Storia, tecniche colturali e passione: sono questi gli elementi che permettono a buon diritto allo zafferano prodotto in Umbria di stare tra i migliori d’Italia e perciò tra i più pregiati a livello internazionale.
Una storia antichissima che ha scritto un nuovo capitolo nel 1988 quando uno studente della facoltà di Agraria dell’Università di Perugia fece una tesi sullo zafferano, in cui si parlava anche di una malattia sconosciuta di questa pianta che era insorta a Navelli, in Abruzzo.
Partirono le ricerche, che coinvolsero l’Istituto di Patologia Vegetale nella persona del professor Curgonio Cappelli, e per le quali si resero necessarie numerose prove di laboratorio ma anche di coltivazioni.
La malattia, per la cronaca, risultò dovuta a due funghi microscopici, ma, cosa più importante, la vicenda andò oltre la ricerca e permise due scoperte.
La prima fu che lo zafferano poteva essere coltivato anche in Umbria.
La seconda che, come dalla pentola magica delle fiabe, dalla quale più cose si tirano fuori più ne escono, a centinaia se non a migliaia emersero documenti d’archivio che attestavano quanto antica fosse la coltivazione dello zafferano nel cuore verde d’Italia.
Iniziamo il nostro viaggio sulle tracce dello zafferano in Umbria scoprendo le curiosità ad esso legate:
Sulle tracce dello Zafferano in Umbria: il documento più antico
Sulle tracce dello Zafferano in Umbria: a Castel della Pieve del XIII secolo
Sulle tracce dello Zafferano in Umbria: curiosità dall’Eugubino del tempo passato
Sulle tracce dello Zafferano in Umbria: curiosità dalla Valnerina tra il XV e XVI secolo
Sulle tracce dello Zafferano in Umbria: nello Spoletino dal XIV secolo
Zafferano: tasse, truffe e astuzie di altri tempi
Zafferano in Umbria….una scomparsa misteriosa
Dalla pubblicazione ella Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria dello Zafferano“