Intatta e luminosa, la Torre degli Sciri rappresenta una preziosa testimonianza della Perugia dalle settanta torri.
Un destino inconsueto il suo, che le ha permesso di conservare ancora ai nostri giorni una certa individualità strutturale, portandola ad emergere lungo Via dei Priori sempre maestosa, caso unico nell’acropoli perugina.
Risalente al XIII secolo, alta 46 metri, di forma squadrata, la recente ristrutturazione ha restituito alle pietre che la compongono le stesse tonalità dell’epoca in cui venne edificata.
Benchè originariamente avesse fatto parte degli edifici della prestigiosa e nobile famiglia degli Oddi (analogamente al vicino Palazzo omonimo, attualmente Marini-Clarelli), il nome della Torre che noi conosciamo è quello dalla famiglia che ne entrò in possesso dalla fine del XVI, l’antico casato gentilizio degli Sciri, appunto, che annoverava nel suo albero genealogico alcuni celebri personaggi, tra cui Sciro, autore delle “Memorie di Perugia dall’anno 1520 all’anno 1544” e che si estinse intorno al XVII secolo. Poiché era abitudine dell’epoca conferire un nome (o addirittura soprannomi…) alle torri, proprio per il marcato simbolismo che le accompagnava, è stata anche nominata Torre degli Scalzi, dall’ordine dei Carmelitani Scalzi della vicina chiesa di Santa Teresa, e, successivamente, Torre delle Becchette.
Quest’ultimo appellativo deriva dal modo in cui venivano chiamate le ragazze dell’istituto delle Terziarie Francescane fondato nel 1680 da Suor Lucia Tartaglini da Cortona. Suor Lucia raggruppò infatti diversi edifici, la casa con la torre ricevuta in dono dalla Contessa Caterina della Penna Oddi, che ne entrò in possesso una volta estinta la famiglia degli Sciri, un edificio contiguo acquistato dalla compagnia del Santo Anello ed il monastero delle Bartolelle. La Torre risulta parte integrante del Conservatorio delle Terziarie Francescane, che tuttavia non ne ha pregiudicato la linea.