campo coltivato

Zafferano in Umbria….la riscoperta

Dopo un lungo periodo di silenzio, in Umbria si torna a parlare di zafferano. Coltivatori, agronomi, storici si interessarono con emozione e curiosità allo zafferano e alla possibilità di reintrodurlo nella regione.

Dopo prime indagini maturate in campo universitario nei primi decenni del secolo scorso, alla fine degli anni ’90 era pronto il primo piano di coltivazione, il Dipartimento di Arboricoltura
aveva messo a punto il campo sperimentale, con il sostegno e la collaborazione di soggetti privati e di strutture pubbliche.

E fu subito amore per questa spezia, la cui coltivazione richiede fatica ma regala grandi emozioni, anche solo per la straordinaria bellezza della fioritura.

Agli inizi del terzo millennio prendevano forma le prime associazioni di produttori e le prime coltivazioni reali.

Ad oggi abbiamo in Umbria sei associazioni di produttori che spaziano dall’area del Lago Trasimeno fino alla Valnerina:

Associazione produttori Zafferano del Ducato

Associazione produttori Zafferano di Spoleto

Associazione Terre d’Arna

Associazione Zafferano di Cascia, Zafferano Purissimo dell’Umbria

Associazione Zafferano di Gubbio

Consorzio Il Croco di Pietro Perugino Zafferano di Città della Pieve – Alberto Viganò

 

Dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria dello Zafferano

Associazione Produttori Zafferano di Spoleto

L’Associazione Produttori Zafferano di Spoleto nasce nel 2009, allo scopo di recuperare una produzione tradizionale che, a pieno titolo, si può definire storica, in quello che era anticamente il Contado ed il Distretto di Spoleto. “Un doveroso sentimento di identità storica e di amore per le nostre tradizioni anima i nostri soci” – dicono dall’Associazione.

 

L’archivio storico comunale di Spoleto custodisce almeno cinquecento documenti che riguardano la coltivazione, la storia e le storie di questa spezia nel territorio, tanto preziosa che un tempo qui i bulbi venivano lasciati in eredità e lo zafferano usato anche come moneta. A conferma del valore di questa spezia Severo Minervio, all’inizio del Cinquecento, scrive che gli Spoletini traevano da piccoli ma fertili campi frumento, vino ed olio per i loro bisogni, ma vendevano grandi quantità di zafferano e mandorle.

 

 

L’idea di partenza dell’Associazione Produttori Zafferano di Spoleto si basa anche su questo glorioso passato con il preciso intento di riscoprire antichi sapori e di reinserire nel paniere delle tipicità umbre un prodotto che ha contrassegnato e valorizzato per lungo tempo l’economia di un territorio.

 

Il profumo, il gusto, la storia dello zafferano di Spoleto hanno un preciso ruolo, per la dedizione con la quale i soci si dedicano alla produzione con tecniche che esaltano la riscoperta dei sapori coniugati con l’ambiente che fa loro da scenario, all’interno della tradizione italiana dedita a questa rilevante e preziosa coltura.

Gli attuali 30 soci conducono le loro aziende in varie località del territorio del Comune di Spoleto, ed in parte dei Comuni di Foligno, di Trevi e Campello sul Clitunno, fino a Cesi e Montefranco, Sellano, Giano dell’Umbria, Montefalco, Gualdo Tadino e Nocera Umbra, producendo e commercializzando zafferano in stimmi di prima qualità.
In omaggio alla storicità del prodotto, l’Associazione ha adottato come logo il Pavone, simbolo per i Longobardi di prosperità e benessere e di cui vi è testimonianza nel bassorilievo di un pluteo di reimpiego presente sulla facciata della Chiesa di San Gregorio Maggiore di Spoleto.

 

Per informazioni sulla Associazione Produttori Zafferano di Spoleto:

Via Pompeo Campello, 2 – Spoleto (PG)
Tel. 334 73.80.305
zafferanodispoleto@libero.it
Associazione Produttori Zafferano di Spoleto

 

Le ricette proposte dall’Associazione Produttori Zafferano di Spoleto

MALTAGLIATI ALLO ZAFFERANO E CECI

STRANGOZZI DI SPOLETO ALLO ZAFFERANO

DESSERT ALLA RICOTTA E ZAFFERANO

 

 

logo zafferano ducato

Associazione Produttori Zafferano del Ducato

Lo zafferano, dopo un periodo di sperimentazione, ritorna ad essere presente ufficialmente nel territorio del Ducato Spoletino nell’ottobre del 2004, quando viene costituita, con il patrocinio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano, l’Associazione dei Produttori Zafferano del Ducato.

I soci, che conducono aziende agricole orientate verso produzioni particolari e di nicchia, hanno un forte desiderio di aprirsi al turismo e, per questo, prediligono la vendita diretta in azienda come strumento privilegiato per stabilire un contatto diretto con il cliente basato sulla fiducia, oltre che sulla presentazione della spezia e la conoscenza del territorio di produzione. Ma anche in mercatini e manifestazioni: l’Associazione promuove infatti il consumo dello zafferano spoletino anche attraverso la presenza in sagre, mostre mercato in Italia ed all’estero, facendo così “conoscere le molteplici proprietà organolettiche e salutistiche di questa fantastica spezia”.

 

Orgoglio dell’Associazione è anche il ruolo storico del Ducato nella coltivazione e nella commercializzazione dello zafferano. A cominciare dagli “oliari”e “zafranai”spoletini che vivevano nel Cinquecento commerciando prodotti della loro terra a Roma: uno studio storico riportato dalla Rivista Spoletium nel lavoro di Renato Lefevre, basato sugli archivi parrocchiali della Roma di fine Cinquecento, ha rilevato, nella zona di Piazza Colonna, la presenza e la residenza di varie famiglie di Spoletini, non ultima quella degli Agapeti che risulterebbe fosse proprietaria della struttura edilizia oggi conosciuta come Palazzo Chigi.

L’Associazione  oggi conta una ventina di piccole aziende a conduzione familiare situate in provincia di Perugia, tra Spoleto, Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo per arrivare a lambire Perugia che, con amore e passione, guidati da un rigido disciplinare di produzione, coltivano questa spezia nel modo più naturale possibile garantendo al consumatore un prodotto genuino e salutare.

Dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria dello zafferano

 

Per informazioni sulla Associazione Produttori Zafferano del Ducato:

www.zafferanodelducato.it

 

 

Le ricette consigliate dall‘Associazione Produttori Zafferano del Ducato

PAPPARDELLE ALLO ZAFFERANO CON RAGU’ BIANCO DI SALSICCE E RIDUZIONE AL SAGRANTINO

ARISTA DELICATA ALLO ZAFFERANO

TOZZETTI ALLO ZAFFERANO

 

arista ducato

ARISTA DELICATA ALLO ZAFFERANO

Ingredienti per 6 persone:

1kg di arista

2 foglie di alloro

2 cucchiai di olio extravergine d’oliva

sale q.b.

30 stimmi di zafferano 

½ l di latte

1 cipolla

1 cucchiaio di farina

rete da cucina

Mettete lo zafferano in infusione in un pochino di latte. Prendete l’arista ed inseritela nella rete da cucina. Soffriggete con l’olio la cipolla finemente tagliata e l’alloro, rosolatevi la carne, cospargetela con la farina e salate. Intanto portate ad ebollizione il rimanente latte e successivamente versatelo nel tegame dell’arista. Fate cuocere a fuoco lento per circa un’ora, aggiungendo se necessario altro latte caldo. A fine cottura togliete l’arista dal tegame e frullate il sughetto. Se occorre fate stringere ancora il sughetto a fiamma moderata. Rimettete l’arista nella pentola, aggiungete l’infuso di zafferano e lasciate sul fuoco per 15 minuti circa. Fate raffreddare l’arista, tagliatela a fette e guarnitela con il brodo di cottura.

Ricetta proposta dall’Associazione produttori Zafferano del Ducato contenuta nella pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria dello Zafferano

zafferano 5

Sulle tracce dello zafferano in Umbria: nello Spoletino dal XIV secolo

Spoleto. Pierfrancesco Giustolo, letterato spoletino vissuto alla corte dei Borgia, è autore di De Croci cultu, poemetto pubblicato a Roma nel 1510: tra personaggi mitologici e storie, Giustolo, nel suo colto poemetto, ci fornisce notizie sulla coltivazione dello zafferano. L’opera ha una rilevante importanza storica in quanto attesta come lo zafferano venisse già coltivato a quel tempo in Umbria e fornisce utili indicazioni anche sulle terre più adatte per questa coltura, sconsigliando quelle grasse o cariche di creta ed indicando come migliori quelle delle valli sassose e degli erti poggi che si trovano nella zona di Spoleto, nei colli che vanno da Trevi a Spoleto e da Spoleto a Giano dell’Umbria.

Il Comune di Spoleto ne faceva omaggio ad importanti personaggi: il vescovo di Worcester, inviato da Pio II per ingraziare Spoleto alla sua politica, ricevette zafferano e tartufi; Papa Giulio II in visita a Spoleto ne ebbe in dono una grande quantità tanto da esclamare ”hoc faecisti munus papale”; il Papa Eugenio IV se ne fece regalare gran copia quando la città fu occupata dalle truppe del Piccinino.

Tra le molte testimonianze che attestano l’importanza della coltivazione dello zafferano nel territorio di Spoleto la più significativa è l’introduzione di una gabella nel 1373 “ponderis floreni et zafaraminis” per la pesatura con bilance di precisione dei fiorini e dello zafferano. Di particolare interesse tra gli artigiani e commercianti il mestiere dei “zafaranari”, dichiarato dalla famiglia di mastro Possidonio o Pesedonio dalle Grote, che chiaramente si riferisce alla produzione della spezia particolarmente fiorente nelle campagne spoletine almeno fino al Cinquecento, come confermatodallo studioso Fabrizio Antolini e dallo stesso Giustolo. Interessante inoltre nel Registro delle Gabelle del Comune di Spoleto, per il 1461, la Gabella zaffaraminis.

DAlla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia L’Umbria dello Zafferano

spoletino

Le torte pasquali nello Spoletino: ricette raccontate e memorie di cucina

Il lettore non si stupisca se non troverà testi uniformi di ricette, così come avviene generalmente in riviste o libri dedicati specializzati. ma abbiamo voluto conservare traccia della memoria della torta di Pasqua in Umbria e, quindi, si è intenzionalmente scelto di trascrivere le ricette esattamente così come sono state raccontate dai testimoni della tradizione oppure tali e quali a come sono state ritrovate nei ricettari, conservati tra le memorie delle famiglie che li hanno messi a disposizione.

In questi appunti, a volte disordinati, pertanto, ci sono parole e forme dialettali, sintassi non ortodosse, così come unità di misura varie e proporzioni non uniformi alle nostre consuetudini.

Chi volesse cimentarsi nel riprodurre queste torte, per semplificare il procedimento, può fare riferimento alle nostre fotoricette, che propongono le ricette base salata e dolce, a cui poi aggiungere vari aromi a gusto personale. In ogni caso, alcune torte sono state provate dall’autrice con il coinvolgimento dell’Associazione Crisalide e, quindi, sono riproposte in una versione più moderna ed al passo con i tempi.

SPOLETINO

Campello sul Clitunno

Ricette di Teresa Felici

Pizza de caciu
Ingredienti: 25 uova, 2.5 kg di farina, 350 g di strutto, 500 g di pecorino grattugiato, 100 g di romanesco grattugiato, 100 g di parmigiano grattugiato (è stato introdotto in epoca recente), 200 g di lardo fresco battuto, lievito di birra sciolto nel latte, un pizzico di sale per ogni uovo.
Si pone la farina nella madia o in un recipiente e “si scioglie il lievito con acqua calda” (intende dire tiepida, NdA).

Pizza dorge
Ingredienti: 33 uova, 3 kg di farina, 350 g di strutto di maiale, 100 g di lievito di birra sciolto nel latte, un pizzico di sale, 1 kg di zucchero, la scorza di un limone grattugiato, vaniglia, uno o due bicchieri di rosolio di cannella, a chi piace canditi.
Mescolare gli ingredienti fino ad ottenere un impasto omogeneo, ma non troppo duro (con le mani unte d’olio d’oliva). Porre la pasta nella teglia unta di strutto, spennellare la superficie della pizza con uova sbattute. Regolarsi bene sul calore del forno,
prima di infornare la pizza, ponendovi un gambo di carciofo per vedere se brucia.

 

Ricette di Albina Ceccarelli, nata nel 1898

Pizza de caciu
Ingredienti: 10 uova, 150 g di strutto, 150 g di pecorino grattugiato, 150 g di romanesco grattugiato, 150 g di parmigiano grattugiato (introdotto in epoca recente), 150 g di lardo fresco battuto, farina quanto serve per l’impasto, 4 dadi di lievito di birra sciolto nel
latte, un pizzico di sale per ogni uovo.
Disfare il lievito in un po’ di latte. Sciogliere lo strutto e il lardo ed unirli al resto dell’impasto quando sono tiepidi. Mettere a lievitare direttamente nella teglia, creando un ambiente tiepido. Infornare a calore moderato.

Pizza dorge
La ricetta della pizza dorge di Albina Ceccarelli prevede che la torta venga aromatizzata con due bicchieri di rosolio di cannella e mezzo litro di latte “scaldato” con stecche di cannella.

Ricette raccolte da Domizio Natali che riferisce: “Le pizze benedette non pote- avano essere date in pasto agli animali ed anche le briciole andavano raccolte e mangiate, tuttavia potevano essere gettate nel fuoco assieme al vino benedetto per “dar da mangiare al fuoco” nel giorno di festa (Pasqua e Natale)”.

Spoleto
Ricette di Ivana Buccioli*

Pizza dolce
Ingredienti: 1 kg di farina, 6 uova, 6 etti di zucchero, 80 g di strutto, 250 g di pasta di pane, 35 g di lievito di birra sciolto in un bicchiere di latte, buccia grattugiata di limone e di arancia, 1 bustina di vanillina, 1 bicchierino di Rum e 1 bicchierino di rosolio di cannella.
Tutti gli ingredienti si lavorano in una terrina e poi si distribuiscono nelle teglie. La lievitazione per le pizze dolci è molto lunga, dura dodici ore. L’impasto si fa lievitare per 6-7 ore e poi si rilavora, lasciandolo lievitare di nuovo. Durante la lievitazione le pizze venivano poste in una madia. Accanto alle teglie si metteva un pentolino d’acqua calda. Adesso si pongono dentro il forno sempre usando il pentolino d’acqua calda. La cottura avviene a forno caldo a 180 °C per un’ora, durante la quale lo sportello non si deve mai aprire. Passata l’ora le pizze si lasciano nel forno spento dopo averle coperte con carta paglia.

Pizza col formaggio
Ingredienti: 8 uova, 6 etti di pasta da pane, 2 etti di lardo, 2 etti di pecorino, 1 pizzico di sale, 50 gr di lievito di birra e un bicchiere abbondante di latte per far sciogliere il lievito di birra, farina quanto basta.
La lievitazione è molto più veloce (rispetto a quella dolce). Trascorse le prime tre ore, le pizze vengono rilavorate e rimesse a lievitare.
Tempo di cottura in forno 180° C per 70 minuti.

* Che le prepara seguendo le ricette della nonna nata nel 1906, tranne per il fatto che le cuoce nel forno elettrico. Anche la nonna usava tegami d’alluminio.

Ricetta di Giuliana Sellari, che l’ha ereditata dalla madre nata nel 1909
Pizza col formaggio
20 uova, un pizzico di sale per ogni uovo, 5 etti di lardo e strutto macinati con la macchinetta per le salsicce, 5 etti di lievito naturale, 750 gr di pecorino.

Giano dell’Umbria

Pizza della Vinuta di Fabbri
Non in forno ma sotto “lu focu”, cioè sotto la brace e la cenere sul pavimento del camino, venne cotta la pizza della venuta
o “pizza de la Vinuta” del diametro di oltre un metro di cui ancora gli anziani parlano, preparata all’incirca nei primi anni ‘20 a Fabbri. La pizza della venuta è legata alla celebrazione del transito della casa di Nazaret della Vergine, trasportata prima in Illiria a Tersatto, nell’odierna Croazia, e poi fino a Loreto, secondo la tradizione, nella notte tra il 9 e 10 dicembre 1294. I riti legati a questa data erano molto vivi un tempo e ancora in parte osservati in molti luoghi di Umbria e Marche. Falò – secondo la tradizione popolare i fuochi illuminarono il cammino degli angeli che portavano in salvo la casa a Loreto – un tempo accesi nel gianese, anche la sera che precede la natività della Madonna, 8 dicembre. La pizza, un tempo arricchita solo da pecorino, ora vede tra i suoi ingredienti pure uova, uvetta, parmigiano e olio, e per cuocerla oggi c’è chi preferisce al camino il forno.

“Potature” dell’olivo e delle viti sono, raccontano gli anziani, tra le essenze che più di frequente diventano brace per riscaldare il forno di Giano: non c’è da stupirsi, oliveti e vigneti segnano qui il paesaggio e uniscono le ultime propaggini del borgo, in un paesaggio dove entrano di scena querce e cipressi.

Dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “La Torta di Pasqua in Umbria

 

 

strangozzi

STRANGOZZI DI SPOLETO ALLO ZAFFERANO

Ingredienti per 4 persone: 500 g di strangozzi, 100 g di guanciale di maiale, 100 g di burro, 2 zucchine alla julienne, ½ bicchiere di vino bianco, latte q.b., 0,10 g di zafferano in stimmi, sale q.b.

Cuocete il guanciale con il burro, aggiungete le zucchine e sfumate con il vino bianco.

Fate prendere colore al guanciale, togliete dal fuoco, aggiungete il liquido d’infusione insieme agli stimmi.

Versate gli strangozzi, cotti e scolati, nella padella, amalgamate e,se occorre, allentate con un po’ di latte.

 

Ricetta proposta dalla Associazione Produttori Zafferano di Spoleto e contenuta nella pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria dello Zafferano

maltagliati

MALTAGLIATI ALLO ZAFFERANO E CECI

Ingredienti per 6 persone: 350 g di ceci, 4 rametti di rosmarino, 10 foglie di salvia fresca, 50 g di pomodori maturi, 2 spicchi di aglio, 300 g pecorino, 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, sale q.b. Per i maltagliati: 200 g di farina bianca, 200 g di farina integrale, 0,10 g di zafferano in stimmi, sale.

Ponete in ammollo i ceci per 24 ore. Successivamente scolateli e metteteli a cuocere in acqua aggiungendo uno spicchio d’aglio, un rametto di rosmarino e la polpa di pomodoro.

Fate cuocere per circa 2 ore,salando a fine cottura. Lasciate in infusione gli stimmi di zafferano in 2 cucchiai d’acqua bollente.

Preparate i maltagliati: fate un impasto con le due farine, un pizzico di sale, lo zafferano e una quantità dell’acqua tiepida sufficiente a lavorare il tutto. Tirare una sfoglia non troppo sottile quindi tagliatela a piccoli rombi,cospargetegli con un po’ di farina e fate asciugare.

Fate un soffritto con l’olio, due spicchi d’aglio, la salvia e il rosmarino legati a mazzetto. Unitevi i ceci ormai giunti a termine di cottura insieme a 2/3 del loro brodo.
Cuocete la pasta in acqua bollente, scolatela al dente e aggiungetela ai ceci. Cospargete con il pecorino grattugiato prima di servire.  

Ricetta proposta dall’Associazione Produttori Zafferano di Spoleto e contenuta nella pubblicazione della Camera di Commercio  di Perugia “L’Umbria dello Zafferano”  consultabile qui

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TOZZETTI ALLO ZAFFERANO

Ingredienti:

350 g di farina “00”

150 ml di latte intero

2 g di sale fino

25 g di lievito di birra

75 g di burro

30 stimmi di zafferano

75 g di zucchero.

Per decorare:

40 g di uva sultanina

1 uovo sbattuto.

Mettete lo zafferano in infusione in un pochino di latte o acqua per una notte intera.

Fondete il burro in un pentolino, aggiungete il latte e portate ad ebollizione.

Togliete dal fuoco, attendete alcuni minuti, poi aggiungete nel liquido tiepido il lievito di birra e fatelo sciogliere.

Posizionate la farina a fontana sul piano di lavoro, formate un incavo nel centro dove aggiungerete tutti gli ingredienti compreso l’infuso di zafferano e l’uva sultanina (precedentemente fatta rivenire in acqua) ben strizzata.

Impastate bene il tutto fino ad ottenere una pasta morbida ma non troppo appiccicosa; coprite con un panno umido e lasciate riposare in un luogo tiepido per circa 50 minuti.

A questo punto dividete l’impasto in 20/25 pezzi e da ciascun pezzo ottenete un filoncino.

Spennellate ogni filoncino con un uovo sbattuto ed infornate a 200° C per 10 minuti circa. Sfornate i dolci, tagliateli a piccoli rombi e infornate nuovamente i biscottini per ulteriori 10 minuti a forno spento.

Ricetta proposta dall’Associazione Zafferano del Ducato e contenuta nella pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria dello Zafferano” consultabile qui.

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DESSERT ALLA RICOTTA E ZAFFERANO

Ingredienti per 10 persone

Per la base: 200 g di amaretti, 4 savoiardi, 2 cucchiai di cacao amaro, 75 g di burro, 1 stampo con cerniera.

Per il ripieno: 200 g di latte, 150 g di zucchero, 450 g di ricotta vaccina o ovina, 300 g di panna fresca, 0,10 g zafferano di Spoleto in stimmi, 10 g di gelatina.

La base. Macinate gli amaretti ed i savoiardi. Uniteli al cacao ed al burro precedentemente ammorbidito. Con questo composto foderate la base dello stampo pressando bene. Fate riposare il composto per un’ora almeno in frigo.

Il ripieno. In un vasetto mettete in infusione con un poco di acqua gli stimmi di zafferano per almeno cinque ore, meglio di più. Mescolate alla ricotta il contenuto del vasetto fino ad ottenere una consistenza cremosa. Montate la panna e incorporatela alla crema di ricotta. Bollite il latte con lo zucchero e lasciate intiepidire. Scioglietevi la gelatina, precedentemente ammollata e strizzata. Aggiungetela agli altri ingredienti mescolando delicatamente. Versate il composto nello stampo e rimettete in frigo fino a che non si sia addensato. Decorate a piacere con scaglie di cioccolato fondente o frutta secca

Ricetta proposta dalla Associazione Produttori Zafferano di Spoleto e contenuta nella pubblicazione curata dalla Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria dello Zafferano”  consultabile qui.