Uno dei più conosciuti salumi di Norcia, è la corallina di Norcia, prodotta con la polpa di spalla scelta mondata del grasso e dei tendini e con l’aggiunta di parti di grasso duro tagliato a dadini. L’impasto, prima aromatizzato con sale, pepe (sia macinato che intero) e aglio, viene lasciato macerare nel vino e poi insaccato in dei budelli naturali. Dopo un periodo di asciugatura di circa una settimana, in un luogo aerato e spesso riscaldato da camini o stufe a legna, viene lasciato stagionare per alcuni mesi. Si differenzia dai restanti insaccati per la notevole dimensione della grana di carne di puro suino, per la presenza di pepe nero macinato ed in grani e per il tradizionale odore conferitogli dalla particolare stagionatura, un tempo realizzata in cantine prive di pavimenti, che stimolavano l’azione di lieviti e di microrganismi tipici permettendo il formarsi di uno strato superficiale di muffe, che conferivano un profumo caratteristico.
Sanguinaccio
Una specialità antica quanto gustosa è il sanguinaccio. Si ricava dal sangue di maiale con aggiunta di sale, dadini di grasso, pane casereccio, pinoli, uvetta, cacao, buccia d’arancia, zucchero. Il tutto viene mescolato per evitare che ci siano dei coaguli e si lascia in infusione per almeno dodici ore. Al termine del tempo l’impasto viene insaccato nei budelli naturali del maiale. Appena insaccati, i sanguinacci vanno immersi in acqua fredda leggermente salata e fatti bollire per circa trenta minuti a fuoco moderato. Estratti, vanno appesi e per utilizzarli devono essere tagliati in piccoli pezzi e poi ripassati in olio o strutto. Una variante del sanguinaccio è il migliaccio. Per questo cibo va preparato l’infuso senza lo zucchero e con un po’ di intocco. Il composto va messo in una teglia di terracotta e cotto in forno caldo per circa quaranta minuti.
Ventresca
Nel dialetto umbro, la ventresca è un tipo di pancetta arrotolata, che si ottiene dalla salatura ed aromatizzazione del ventre del suino sviscerato.
Eliminata la cotenna, la pancetta viene posta sotto sale con le altre parti del suino e successivamente aromatizzata con pepe e spezie, arrotolata ed incartata alla stregua dei capocolli e dei lombetti.
E’ facilmente riconoscibile in quanto la fetta presenta cerchi di grasso e cerchi di magro dal colore particolarmente rosato.
Subito pronta per l’uso, viene consumata affettata di volta in volta, eliminando l’involucro esterno ed è particolarmente indicata per antipasti e spuntini.
Una variante della ventresca è la pancetta tesa: in questo caso non viene rimossa la cotenna e, il suo utilizzo risulta particolarmente indicato per la preparazione di sughi, di battuti e di soffritti.
Capocollo e lombetto
Il capocollo ed il lombetto sono due prodotti molto apprezzati della norcineria umbra. Particolarmente graditi per preparare antipasti, oppure per farcire la torta di Pasqua e quella al testo.
Secondo la tradizione la loro preparazione cominciava intorno a Natale, quando la temperatura fredda permetteva di iniziare la macellazione del maiale, prolungando poi la stagionatura nei mesi freddi dell’inverno e dell’inizio primavera.
Tipico della norcineria umbra, il capocollo (chiamato nella zona dell’alto Tevere scalmarita), ricavato dal muscolo dorsale del suino, risulta particolarmente apprezzato per il gusto saporito e la marezzatura della carne.
Il processo di preparazione prevede la fase di salatura, pepatura e la successiva fase di aromatizzazione con aglio tritato; il capocollo viene poi messo sotto sale per 15 giorni, al termine dei quali esso viene lavato nel vino bianco, avvolto in carta oleata e messo ad asciugare per 8 giorni.
Infine il capocollo, impacchettato in carta paglia e legato con lo spago, viene lasciato maturare per un periodo da 30 a 60 giorni.
Di sapore più delicato del capocollo, è il lombetto, realizzato appunto con i lombi, vale a dire la parte più pregiata del suino. Esso è riconoscibile per la quasi totale assenza di parti grasse e per il colore delle parti magre, che con la stagionatura tende a scurirsi.
Una tecnica particolare di conservazione del lombettoè sott’olio, tagliando l’insaccato in fettine di tre-quattro millimetri, che vengono poi stratificate in barattolo di vetro e coperte di olio extravergine di oliva, arricchito di bacche di ginepro e foglie di alloro.
Così facendo, la carne si mantiene morbida e può essere consumata anche dopo molte settimane.