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La ceramica di Deruta

Non è semplice descrivere la rinomata ceramica derutese senza rischiare di sembrare retorici, visto quanto è famosa e nota nel mondo. Basti dire che nel centro storico di Deruta ha sede, per l’importanza di questa produzione, uno specifico museo regionale, ampliamento di quello fondato dal natio avvocato Briganti, in cui è presente una ricca esposizione di manufatti, oltre che spazi per mostre a tema. La ceramica di Deruta trova la sua massima ispirazione nel lungo periodo che va dalla seconda metà del ‘400 fino a tutto il ‘600. In questi due secoli e mezzo,   si sviluppano diversi stili, come il “petal back”caratterizzato da semplici decorazioni a forma di petali sul retro dei piatti e da motivi in “stile severo” sul fronte oppure raffigurazioni più complesse, come le scene ed temi allegorici contornati da moduli geometrici (a corona di spine, a denti di lupo, a embricazioni, a girali floreali, a porcellana), come il ritratto, come lo stile raffaellesco con le caratteristiche tonalità azzurro e giallo di tipo pastello e meno accese rispetto ai colori della produzione gualdo – eugubina, e poi come i “bianchi” ed il “calligrafico” in monocromia blu o arancio. Gli oggetti che segnano il passaggio da una ceramica di tipo domestico ad una più ornamentale sono i grandi piatti da pompa, le coppe amatorie, i vasi globulari a doppia ansa su alto piede.  Nel seicento nasce anche lo stile compendiario che propone motivi pittorici essenziali applicati su forme complesse, quasi scultoree, dai contorni flessuosi.
Quali esempi dell’arte ceramica derutese, meritano una menzione il pavimento della Chiesa di San Francesco e gli ex voto del vicino Santuario della Madonna dei Bagni.
A seguito di una crisi del settore avviatasi nel ‘700, dopo l’unità d’Italia, a partire da un’iniziativa del Comune di Deruta del 1872, riprende vigore la produzione locale, con forti richiami alla tradizione e con punte di innovazione, quali riflesso dell’arte contemporanea, a tal proposito si suggerisce una visita alla Galleria Moretti.

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L’ARTE A PORTATA DI MANO

 

L’Arte a portata di mano. In questo modo potremmo definire la ceramica artistica di produzione Umbria, senza dimenticare la maiolica e la più povera terracotta. Oggetti d’uso comune – caraffe, piatti, vasi anche da farmacia, tanto per citarne alcuni – diventano affreschi veri e propri, occasioni per sfoggiare, in casa propria, motivi raffaelleschi, decori minuziosi frutto di mani esperte, ritratti storici, paesaggi senza tempo, colori a volta accesi e contrastanti, altre volte tenui ed armoniosi… Ma non solo, conoscere la nostra ceramica, arte ampiamente diffusa nella nostra terra, equivale a ripercorrere nel tempo la sua affascinante storia e a viaggiare per l’Umbria, raggiungendo le molteplici città in cui viene prodotta. Da Orvieto a  Deruta, da Gubbio a Gualdo Tadino,  da Città di Castello ad Umbertide, da Perugia ad Assisi, è possibile ammirare la maestria dei nostri artigiani, che, pur appartenendo a scuole e correnti differenti, sono accomunati dalla stessa passione e dedizione per la lavorazione dell’argilla, la quale, grazie al loro lavoro, si esprime in pezzi unici, opere destinate a durare nel tempo. Se, alle origini, tali produzioni sono state favorite dalla stessa morfologia geografica, per la presenza di terreni argillosi di buona qualità, di acque fluviali e di boschi quali riserve di legna per le fornaci, attualmente, invece, potremmo dire che la ceramica sia diventata la scelta per molti artigiani di coltivare il bello, tant’è che la tradizione è stata rinnovata con slanci verticali e forme essenziali oltre che con richiami moderni.

Il lento girare del tornio, le mani che modellano l’argilla o che  usano piccoli pennelli per le decorazioni, persone che con la loro arte fanno vivere le proprie botteghe sono le migliori motivazioni per decidersi a percorrere la via della ceramica, non solo attraverso il video qui riportato, ma anche dal vivo. Segnaliamo, dunque, le principali tappe di questo avvincente itinerario.

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