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Merletti: pizzi e trine in evidenza

” Il merletto è una particolare lavorazione dei filati per ottenere un tessuto leggero, prezioso e ornato. Il disegno varia a seconda della tecnica utilizzata e delle tradizioni locali, e più il filato è sottile più il merletto risulta impalpabile e viene considerato prezioso. In Umbria, lo strumento tradizionale per la lavorazione dei merletti è l’uncinetto, costituito da un bastoncino di circa 20 centimetri di lunghezza, munito a una estremità di un uncino per prendere e guidare il filo. I filati più usati sono di cotone, ma si utilizzano anche fili di seta e, in passato, sono stati prodotti meravigliosi merletti anche con fili d’oro e d’argento: materiali non solo preziosi, ma anche difficili da lavorare.
Ars Wetana. Il merletto di Orvieto si lavora con uncinetto e filo di cotone sottilissimi. Più l’uncinetto e il filo usati sono sottili, più è pregiato il merletto. Il disegno da realizzare si esegue su tela, dopodiché lo si realizza con il filo e l’uncinetto lavorando maglie alte, maglie basse e catenelle. Poi si uniscono tra loro le decorazioni lavorando una sorta di rete ad esagoni. Il lavoro viene stirato con ferri appositi per rialzare l’ornato e donare al lavoro il tipico effetto.
Macramè. Tecnica in cui una serie di fili viene annodata e intrecciata a mano per realizzare un merletto dal disegno geometrico. Conosciuta anche come Pizzo a Nodi, si basa su una quantità di modi diversi di annodare i fili. È necessario un piano d’appoggio resistente, con imbottitura compatta per appuntare i fili necessari ad effettuare i vari intrecci. I tessuti sui quali è più facile lavorare a macramè sono di lino, mentre per gli intrecci si utilizzano filati in cotone di spessore vario.
Punto d’Irlanda. È una tecnica da eseguire in due tempi: prima si realizzano tanti piccoli motivi con le maglie classiche dell’uncinetto. Per dare volume e spessore al lavoro, i motivi possono anche essere sovrapposti. Si procede disponendo ogni parte su un panno per comporre un disegno. Poi i motivi si uniscono tra di loro con maglie, catenelle e pippiolini, in modo da formare una sorta di rete. Servono un uncinetto molto sottile, cotone più robusto per i decori e più fine per la parte a rete.”

TRATTO DALLA PUBBLICAZIONE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI PERUGIA, “UMBRIA DELLE MIE TRAME. Tessuti, merletti e ricami: gli itinerari dell’alto artigianato artistico”, testi a cura di Federico Fioravanti

 

 

 

 

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Museo Virtuale delle Arti Tessili

Nel 2007, con la creazione di un apposito Centro Studi e Ricerche di supporto, nasce il Museo Virtuale delle Arti Tessili “Arnaldo Caprai”, con lo scopo di valorizzare una tipologia artigianale, quale quella del merletto e dei ricami, che in Umbria vanta un’antica tradizione. Tali arti, con punte di innovazione, sono tornate a fiorire a partire dagli anni ’80 e contribuiscono a rendere grande il nome dell’Umbria, anche a livello internazionale.

Il museo virtuale permette la visita di quattordici “stanze”, divise per epoche storiche, a partire dal XV secolo fino al XX, e contengono circa 22.000 opere d’arte di ricami e merletti. Per gli appassionati del genere, ma anche per gli storici e per chi lavora nel settore, sarà molto gradita la visita del museo  http://www.museocaprai.it/ita/index.php .

Interessantissime, inoltre, la sezione dedicata alle tecniche di lavorazione, con tanto di video e bibliografia per approfondimenti, e quella sulle curiosità, la quale abbraccia tematiche come il corredo, l’introduzione del merletto e l’arte del ricevere.

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Ricami, pizzi e merletti…che passione!

 

Ricami, pizzi e merletti sono da tempi immemorabili passione di tutte le donne che amano arredare con gusto la propria casa, senza considerare l’alto valore che, nella moda del passato, apportavano nel guardaroba femminile. In Umbria, si spazia da pizzi e merletti di finissima fattura, a nobili ricami dai colori raffinati e a tessiture dal gusto rustico ma moderno, come quelle di Montefalco.
A partire dal Medioevo, nel cuore verde d’Italia, si tramanda una viva tradizione di ricamo, con anedotti risalenti anche ad illustri personaggi, quali, ad esempio, Santa Chiara per il punto Assisi o Caterina de’ Medici, la quale portò alla sua corte e poi in Francia il punto Madama, appreso dalle ricamatrici umbre.
Pochi lo sanno, ma la cittadina di Deruta, nota al mondo per le sue favolose ceramiche,a sua volta, ha dato vita a due tipologie di ricamo , il primo, denominato “Deruta Antico” risalente al XIII secolo, mentre il secondo “ Deruta Moderno”, risalente al XX secolo, riproduce su tela gli splendidi decori degli abili ceramisti.
Si pensa che il filet a modano sia originario di San Feliciano, località rivierasca del Comune di Magione, prodotto grazie all’abilità sviluppata dalle rammendatrici delle reti da pesca, principale risorsa economica locale dei tempi passati. Famoso, sempre nell’area del Trasimeno, il pizzo Irlanda, che prevede una pregiata lavorazione ad uncinetto, e l’Ars Panicalensis di ricamo su tulle.
Degne di nota sono anche le tessiture manuale che si realizzano tuttora a Perugia – famosa in epoca medievale per le tovaglie denominate “perugine”, utilizzate come tovaglie d’altare nelle chiese, rappresentanti figure geometriche e zoomorfe in turchese, rosso e marrone – e nell’Alta Valle (non solo tovaglie, ma anche arazzi e tappeti), nonché i tovagliati ed i  merletti dell’area dell’orvietano.
Per tutte le appassionate, ma anche per gli appassionati di queste arti mirabili, si consiglia una visita al Museo del Tulle di Panicale, al Museo del Merletto dell’Isola Maggiore  a Tuoro sul Trasimeno ed alla Collezione Tessile di Tela Umbra di Città di Castello.