cardi

gobbi alla perugina

DOSI PER 4 PERSONE

800 gr. di cardo

300 gr. di pomodori pelati

150 gr. di carne di vitello

150 gr. di carne di maiale

2 uova

olio extravergine di oliva

cipolla carota sedano

sale e pepe farina parmigiano

Pulire il cardo, togliere i filamenti esterni e tagliare a pezzi della stessa lunghezza. Lessare quindi le coste in acqua salata, scolare e lasciar raffreddare.

Preparare a parte il sugo di carne facendo rosolare un trito di cipolla, sedano e carota a cui aggiungere la polpa di manzo e di maiale; aggiungere il pomodoro salare e pepare.

A questo punto infarinare, passare nell’uovo sbattuto con sale e pepe e friggere in abbondante olio bollente.

In una teglia imburrata versare sul fondo del sugo su cui si disporranno i cardi fritti a strati, alternando con sugo e parmigiano grattugiato.

Infornare a 180° per almeno mezz’ora e servire calda.

stinchetti

Stinchetti

Gli stinchetti, chiamati anche “ossi dei morti” sono dei dolcetti secchi a forma di tibia (osso di stinco), tipici del comune di Perugia, preparati nel periodo da Novembre a Natale.Ingredienti: parte esterna (pasta reale): zucchero, albume d’uovo, colla di pesce; parte interna: mandorle (dolci e amare), zucchero o miele, cacao, cannella, vaniglia, scorza grattugiata di limone, albume d’uovo, ostie.

Lavorazione: si montano gli albumi con lo zucchero e la colla di pesce come per una glassa; si impasta sul piano di marmo fino ad ottenere una pasta consistente ed omogenea. Intanto vengono tostate le mandorle, tritate finemente, si uniscono lo zucchero, il cacao, il pizzico di cannella, la scorza grattugiata del limone e la vaniglia e si impasta il tutto con l’albume d’uovo. Si saranno ottenuti così due impasti: l’uno bianco, l’altro nero, dai quali vengono prese, per ogni stinchetto, due palline di grandezza diversa, più grande la bianca con la quale si otterrà un disco di 5-6 cm di diametro al centro del quale si porrà una pallina nera delle dimensioni di una noce. Queste due palline vengono arrotolate con le mani in modo che combacino, il tutto viene esteso per ottenere un cilindro di circa 10 cm. di lunghezza, si schiacciano le estremità per dare la forma di una tibia (ossi di stinco). Si fanno asciugare su teglie ricoperte di ostie per un giorno. Una volta asciugati, gli stinchetti si cuociono in forno a temperatura media per circa 15-20 minuti.
Conservazione: il prodotto non si mantiene a lungo; va conservato in luogo fresco e asciutto per 2-3 giorni al massimo.

“Gli stinchetti riproducono in marzapane tibie umane, la qual cosa faceva scrivere a Paul Valéry nel suo libro L’Italie confortable: «Cet horrible bonbon, qui a sa moelle comme les ossements humains, rappelle, par sa forme et son nom, l’ancienne réputation de férocité des habitants, heureusement fort adoucie!». Evidentemente il Valéry ignorava che il mondo dei dolci in Umbria e in Italia è dominato dalla magia simpatica e che nel caso specifico degli stinchetti c’è una concezione animistica secondo la quale il mangiare le riproduzioni fortifica l’organo riprodotto”.
CUNSOLO Felice, Guida Gastronomica d’Italia, vol. 6, Umbria – Lazio, Istituto Geografico De Agostini Novara, 1975.

pinolate

Pinolate

Le pinolate sono dei pasticcini secchi alle mandorle e pinoli di forma rotonda, sono una specialità natalizia, periodo in cui la cucina da sempre si fa più ricca e durante il quale quasi non si badava alle spese, per mantenere vive le tradizioni familiari legate a feste importanti.
L’inverno è la stagione in cui si consuma con facilità, oltre che con piacere, la frutta secca, per cui molte ricette di questo periodo, legate ad importanti ricorrenze religiose, hanno come ingredienti di base mandorle, noci, nocciole, pinoli. Le pinolate sono appunto dolcetti rotondi, ciascuno di circa 4-5 cm di diametro, in cui una stessa quantità di mandorle tritate e di zucchero viene amalgamata con albumi montati a neve. Un gradevolissimo gusto amaro viene dato dall’aggiunta di mandorle amare.
Il nome deriva dai pinoli che, interi e triturati, sono distribuiti sulla superficie di ogni dolcetto e che i più ghiotti amano centellinare, masticandoli uno dopo l’altro, prima di aggredire il corpo principale del dolce.

 

Ingredienti: fecola di patate, mandorle tritate, zucchero, albume d’uovo, pinoli.
Lavorazione: gli ingredienti (eccetto i pinoli) vengono lavorati a mano in una bacina fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo. Si formano poi delle palline leggermente schiacciate che vengono sistemate su teglie da forno e ricoperte di pinoli. Le pinolate possono essere cotte nel forno ad una temperatura media oppure lasciate per circa un giorno nel laboratorio dove è situato il forno, ad una temperatura di circa 30°C, affinché non induriscano troppo.
Il prodotto fresco va conservato in luogo fresco e asciutto e consumato entro qualche giorno.

noci

Pammelati

I pamellati sono dei dolci molto simili a un suppli’  – tipici dei comuni di Deruta e Torgiano e preparati nel periodo natalizio. Composti di: pane grattugiato, noci, cannella, miele, scorza di arancio, pinoli (facoltativo).
Gli ingredienti vengono amalgamati al fuoco in una casseruola mescolando con un mestolo. Il composto viene rovesciato su un piano di marmo e arrotolato con le mani, poi tagliato in pezzi e modellato a supplì.
Il prodotto fresco va conservato ad una temperatura di circa 6°/8° C per qualche giorno

nociata

Nociata

La nociata è un dolce di consistenza dura, a base di noci e miele.  Diffuso nei comuni di  Massa Martana, Todi, Acquasparta e tipico del periodo natalizio.
Ingredienti: miele, noci, albume d’uovo, zucchero (facoltativo), ostie, foglie di alloro.
Lavorazione: gli ingredienti, compreso l’albume montato a neve a mano o con la macchina “sbatti uovo”, vengono amalgamati nella macchina “impastatrice” o in una macchina “cuoci crema” o a mano per un tempo abbastanza lungo. Quando la nociata è pronta, viene versata su un piano di acciaio inox dove sono state appoggiate delle ostie, quindi viene tagliata a mano in forma di piccoli barrette sopra ognuna delle quali viene posta una foglia d’alloro.
Conservazione: il prodotto fresco va conservato ad una temperatura di circa 6°/8° C per qualche giorno.

La nociata era una preparazione alimentare tipica presso le famiglie di Massa Martana durante il periodo natalizio fin dal secolo scorso. *
“Nel passato venivano usate attrezzature rudimentali, ma idonee alla cottura: caldaio di rame internamente stagionato, trespolo con apertura circolare sopra il braciere, dove veniva depositato il caldaio; grosso e pesante mestolo con estremità a forma di pera per amalgamare il prodotto senza interruzione.”  **
* COPPINI Remo, Umbria a tavola – aneddoti, folclore, tradizioni, usanze e… ricette, Ed. Guerra, Perugia, 1983.
**Tratto dalle testimonianze dei produttori intervistati.

pinoccate

Pinoccate

Dolcetti a forma di rombi di zucchero e pinoli (bianchi con la vaniglia o neri al cioccolato).

Ingredienti: zucchero, pinoli, buccia di limone (facoltativa), glucosio, farina, cacao o vaniglia.

Le pinoccate, dolci tradizionali delle feste di Natale a Perugia, sono confezionati in carte coloratissime e festose, che rallegrano vetrine, cesti augurali e tavole. Sembra che questi dolci fossero in uso tra i monaci Benedettini fin dal ‘300 e che ancora nel tardo ‘700 venissero consumati al termine di fastosi pranzi natalizi.  Si tratta di un impasto particolare, composto unicamente di acqua e zucchero, fatto bollire fino ad avere uno sciroppo denso, nel quale si immerge una quantità di pinoli quasi uguale allo zucchero; versato il tutto su un piano di marmo, nel mentre che si raffredda, vengono modellati tanti piccoli rombi. Su metà di tutto l’impasto si aggiunge del cacao, un po’ per smorzare l’eccessivo gusto dolce, un po’ per diversificare questi prodotti, che verranno poi incartati a coppie: uno bianco e l’altro nero.

Lavorazione: lo zucchero viene bollito con il glucosio e un po’ d’acqua fino a raggiungere una temperatura di 113°C; si aggiungono i pinoli, la farina e il cacao o la vaniglia. L’impasto fluido e cremoso ottenuto viene steso su un piano di marmo, fatto raffreddare e tagliato mediante uno stampo in acciaio con la superficie intagliata a forma di rombi.
Il prodotto fresco va conservato in luogo fresco e asciutto per qualche giorno.