passignano

Spunti dai borghi dell’Umbria: Passignano sul Trasimeno

La posizione strategica di Passignano, sorta in epoca etrusca sul promontorio roccioso nelle sponde del lago, ha inevitabilmente
segnato la storia del borgo. Annibale, dopo la battaglia del Trasimeno, qui bloccò la ritirata dei soldati romani superstiti.

Dopo la Pax Romana, il borgo fu teatro delle guerre tra Arezzo, Firenze e Perugia e delle lotte interne tra le famiglie dei Della Corgna e degli Oddi.

Di questo passato di guerre e distruzioni rimane indubbia testimonianza nel castello e nelle torri del perimetro difensivo, alcune delle
quali inglobate nell’abitato.
All’XI secolo risale la Pieve di S. Cristoforo, mentre al ‘500 risale la chiesa della Madonna dell’Uliveto.

L’economia locale è stata sempre legata al lago.

Passignano è rimasto fino al ‘900 un borgo di pescatori, ma nel 1904 nasce qui la prima società di trasporti sul Trasimeno e poi la scuola per piloti di idrovolanti.

Tra gli eventi tradizionali che da anni animano le estati di Passignano il Palio delle Barche, nell’ultima settimana di Luglio.

 

Da Ritratti di Storia – Viaggio nei Centri Storici del Lago Trasimeno della Camera di Commercio di Perugia

san giovanni pian del carpine

DA MAGIONE ALLA TERRA DEI TARTARI: I 10.000 CHILOMETRI DI FRA GIOVANNI  DA PIAN DI CARPINE

La terra Umbra ha dato i natali a colui che, primo europeo, percorse oltre 10.000 chilometri per giungere nel lontano Oriente,  raccontandone con dettagliate relazioni le terre e i popoli. Tutto anni prima di quanto poi farà il più conosciuto e celebrato  Marco Polo con il suo “Il Milione”.

Parliamo di Giovanni da Pian del Carpine, frate dell’Ordine dei Minori conventuali e discepolo di San Francesco di Assisi, che proprio nel contado del Lago Trasimeno nacque intorno al 1189.

I carpini caratterizzavano paesaggisticamente la vallata dell’attuale Magione, luogo natio di Giovanni,  a tal punto da identificarne il toponimo che prendeva il nome di Pian di Carpine: e Giovanni, in un’epoca in cui il cognome si legava soprattutto a caratteristiche della famiglia o al luogo di origine, divenne  in latino Iohannes  de Plano Carpini.

Dai carpini del Trasimeno Giovanni, che nel frattempo aveva portato a termine numerose missioni al servizio della Chiesa, ricoprendo anche la carica di Provinciale in Germania e in Spagna, fu inviato nel 1245 da Papa Innocenzo IV come legato pontificio alla corte del Gran Khan per sostenere la conversione dei Tartari e la rinuncia alla minacciata  conquista dell’Europa.

Attraversò Germania e Polonia, giunse a Kiev dove comprò per sé e per Frate Benedetto di Polonia, che da Cracovia lo accompagnava con il ruolo di interprete,  cavalli tartari capaci di cercare il loro cibo sotto la neve.  Dopo un lungo viaggio nella pianura coperta di neve, il 4 aprile 1246 giunse poco a monte della moderna città di Astrakan alla presenza del Khan Batu, il Principe più importante dopo il Gran Khan che si dimostrò benevolo nei confronti dei due religiosi. Ripresero il cammino verso est, scortati da un piccolo gruppo di soldati Tartari.

Dopo quasi quattro mesi di duro viaggio giunsero nell’agosto 1246 all’accampamento imperiale di Sira Ordu a Karakorum, assistendo alla  assemblea che elesse il Gran Khan Guyuk: qui i  frati furono ammessi alla presenza del Gran Khan consegnando la missiva del Papa.

La risposta del Gran Khan non fu quella che il Papa si aspettava, considerato che dichiarava fermamente di non voler modificare i propri progetti.

Tuttavia il viaggio di Giovanni non fu vano ma rappresentò l’apripista per altre missioni apostoliche: l’impresa di Marco Polo non sarebbe poi stata fattibile senza il contributo di questo frate pronto ad affrontare disagi e difficoltà di ogni specie, dimostrando una grande forza d’animo sostenuta da una fede granitica.

Del suo lungo viaggio senza precedenti Fra Giovanni da Pian di Carpine lasciò un particolareggiato resoconto nella  “Historia Mongolorum” (La Storia dei Mongoli ) che può essere definito il più antico dei documenti storico-geografici provenienti da un europeo dedicati all’Asia centrale: racconta in modo dettagliato riti e costumi, il clima, l’abbigliamento, le armi e le tecniche di battaglia, la religione, estendendo le informazioni anche ad altre genti come Russi, Cinesi, Bulgari, Samoiedi e Baschiri.

Nella sua Magione la Sala del Consiglio del Palazzo Comunale ospita il ciclo di affreschi del pittore futurista Gerardo Dottori dedicati al territorio tra i quali la tavola raffigurante l’incontro tra Giovanni da Pian del Carpine e il Gran Khan dei Mongoli.

trasimeno panorama

La bellezza del Trasimeno, lago più antico d’Italia

Gli Antichi Umbri, il primo popolo che abitò l’Italia, lo chiamavano Tarsmeno, “quello che si prosciuga”. Un grande lago, tondo, capace di mutare di continuo forma e colori, a seconda del ritmo delle piogge.
Nella lingua degli Etruschi, per assonanza, diventò Tarsminass. Un nome entrato nella storia dell’archeologia: fu impresso nel bronzo, più di 22 secoli fa, in uno dei sette frammenti della Tabula Cortonensis, il manufatto etrusco riemerso in Valdichiana nel 1992. Si parla delle acque di Tarsminass a proposito dell’atto di vendita di fertilissimi terreni agricoli da parte di un altolocato personaggio di
Cortona.

Il Trasimeno è il lago più antico d’Italia: ha circa un milione di anni. Nella depressione di origine tettonica che lo accoglie si è accumulata, per circa cinque milioni di anni, una pila enorme di sedimenti spessa più di 600 metri.

È anche l’unico lago italiano ad essere ospitato in una depressione originata da un movimento tettonico, come è accaduto, nel resto del mondo, per il Mar Morto, il Tanganica, il Titicaca e il Bajkal.

Con oltre 120 km quadrati è anche il lago più esteso dell’Italia centrale. Il quarto della penisola, dopo il Garda, il Lago Maggiore e il Lago di Como. Lo specchio d’acqua, che riceve apporti da un ridotto bacino scolante, è largo quasi 15 km con un perimetro di 53 km. Le acque, in media, sono profonde meno di 6 metri.

Tre verdissime isole emergono dal lago: la Maggiore e la Minore a nord, davanti a Tuoro e Passignano e l’isola Polvese, la più grande, sul lato opposto, solo a qualche centinaio di metri dall’abitato di San Feliciano.

Dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria del Trasimeno