Spunti dai borghi dell’Umbria: Montone

Montone resta indimenticabile per chi la visita. Rimane impresso nel cuore questo piccolo borgo medievale, di forma ellissoidale,
immerso nel verde dell’Alta Valle del Tevere, la cui organizzazione spaziale è impostata sulle emergenze di due colli segnati dall’opera
dell’uomo: a nord dal Convento francescano e a sud dalla magnifica Rocca di Braccio. Di essa si conserva l’immagine del Gonfalone, oggi visibile nella Pinacoteca attigua alla Chiesa di San Francesco.

Una Rocca ed un condottiero: Braccio Fortebracci, non solo capitano di ventura, ma grande stratega politico in un’epoca in cui la spregiudicatezza e l’audacia erano doti che Machiavelli giudicava indispensabili alla conservazione di uno Stato. La sua Montone,
ancora integra e protetta entro la possente cinta muraria, aperta solo dalle tre porte – del Verziere, di Borgo Vecchio e del Monte – corrispondenti ai rioni nei quali erano articolati il governo del castello e la vita sociale dei suoi abitanti. Tra vie strette e tortuose, si aprono congiunzioni impreviste, date dalle ampie scalinate che percorrono il centro invitando alla sfida della verticalità, espressa dalle torri campanarie che svettano sull’azzurro. Tanti gli ingredienti, in grado di dare a questo luogo un’aura di lontananza
esclusiva che ne aumenta la capacità attrattiva.
Come se avessimo a che fare con miti e leggende che ancora parlano una lingua affascinante.
Non a caso Montone fa parte dell’esclusivo club dei 100 Borghi più belli d’Italia; non a caso è un polo di attrazione per una comunità particolare, di respiro europeo, colta ed edonista che ha scelto di vivere qui dando anche un proprio contributo artistico e che ogni estate accende nel borgo la magica luce della proiezione filmica.

E il bello è che questo cosmopolitismo convive perfettamente con le antiche tradizioni: nella Donazione nella Santa Spina rivive il legame tra la nobile famiglia dei Fortebracci ed il loro feudo.
Siamo alla fine del Quattrocento quando Carlo, figlio di Braccio, dona la Spina della corona di Gesù ai montonesi, dopo averla ricevuta in premio dalla Serenissima Repubblica di Venezia per aver valorosamente cacciato i Turchi in mare. Il Reliquiario della Santa Spina, in argento sbalzato e cesellato nel quale è riposta la spina della corona del capo di Cristo, si trova presso il Monastero di Sant’Agnese ed ogni anno questo simbolo, in occasione della rievocazione religiosa e storica, attira un gran numero di persone che decidono di
immergersi in un’atmosfera che ha dell’irreale.
La cerimonia si svolge in due momenti: il primo è nel lunedì di Pasqua ed è la celebrazione religiosa. Il secondo, storico, si svolge durante la settimana in cui cade la giornata di ferragosto.
In quest’ultima, i Rioni gareggiano con bandi di sfida, rappresentazioni medioevali e si cimentano nel tiro con l’arco, per aggiudicarsi il Palio ed eleggere la propria Castellana.
Montone è anche luogo di importanti chiese, tra cui quella della Collegiata, risalente al sec. XIV, il cui aspetto attuale è dovuto al restauro effettuato nel XVII sec., e di un particolare Museo etnografico “Tamburo Parlante” dedicato alla cultura africana.
Bellissimo il chiostro del Complesso Museale di San Francesco composto dalla Pinacoteca e dalla trecentesca Chiesa di San Francesco.
Uscendo dalla cittadina da una delle porte, si può intraprendere il cammino del silenzio e della spiritualità giungendo alla Pieve di San Gregorio (XI sec.).

Da Ritratti di Storia – VIAGGIO NEI CENTRI STORICI DEL COMPRENSORIO ALTA VALLE DEL TEVERE della Camera di Commercio di Perugia

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