“La tovaglia è esistita praticamente “da sempre”, a creare uno speciale, spesso prezioso, piano “vestito”, su cui predisporre gli oggetti del banchetto.
Nella grande casistica della storia del convivio si va dal concetto di tavolo-portantina, che arriva già imbandito nei banchetti-spettacolo della Roma imperiale, associato in questo caso al triclinio, o letto da pranzo (veniva ritenuto da “barbari “ o “da schiavi” il fato di sedersi tutti attorno a una tavola!), alle tovaglie a strati in epoca rinascimentale e barocca, che accompagnano i vari servizi di tavola e da togliere volta per volta insieme a questi.
Il fatto che, per noi, la tovaglia sia importante deriva dal fatto che essa, sempre più preziosa (il merletto si diffonde, sulla biancheria da tavola, dal Seicento in poi, come segno di massimo prestigio), ha da sempre rappresentato lo speciale collegamento, non solo fisico, ma culturale, tra i partecipanti del momento conviviale, al punto che durante il Medioevo esisteva una regola ben precisa che permetteva l’uso dello stesso tavolo a persone di diverso rango (un borghese con un nobile ad esempio), ma non l’uso della stessa tovaglia.
E il massimo disonore, che corrispondeva all’accusa, gravissima, di fellonia, consisteva nell’isolamento dell’ospite, che si lasciava sedere alla stessa tavola, tagliando però subito la tovaglia ai due lati per separarlo dagli altri.”
CURIOSITA’
Il bon ton insegna che la tovaglia per gli ospiti deve essere rigorosamente stirata. Un tempo invece, avere una tovaglia con tutte le pieghe impresse era indice di grande considerazione dell’ospite, perchè significava che la tovaglia non era stata ancora usata, e quindi lasciata per un’occasione davvero importante.
Tratto da “Il Merletto in Tavola – Tradizioni antiche e nuovi linguaggi nell’arte del ricevere” Camera di Commercio di Perugia