La rinascita arrivò all’alba del Ventesimo Secolo per merito di una pattuglia di donne fuori dal comune. L’Italia si era unificata solo da qualche decennio. E la condizione femminile, nella maggior parte dei territori di un Paese ancora lontano dalla modernità, era segnata da una profonda arretratezza e da una drammatica e cronica mancanza di lavoro.
Nel 1891 nacque a Roma una Società di Arti e Mestieri “per far conoscere all’estero i pizzi, le trine, i tessuti italiani”. E nel 1903, con la benevola approvazione dei sovrani e il determinante aiuto del governo, nella capitale furono fondate “Le Industrie Femminili Italiane”, con lo scopo dichiarato di valorizzare i tessuti, i ricami e i merletti, riprendendone i modelli “dai musei, dai libri, dai disegni antichi, dalle forme spontanee della vita”. La cooperativa per azioni prometteva di combattere “severamente i prodotti grotteschi, disgustosi e disadatti”. Questa sorta di manifesto del gusto trovò proseliti anche in Umbria.
Alcune autorevoli figure femminili dell’alta borghesia terriera e illuminate signore dell’aristocrazia, si impegnarono nella realizzazione di un progetto calato dall’alto, ma comunque capace di affrontare e migliorare la condizione di migliaia di giovani madri senza istruzione, ragazze prive di dote e contadine che per avere un futuro erano costrette ad emigrare. Così, moltissime donne fino ad allora prive di diritti, trovarono nel lavoro artigiano il loro riscatto sociale e una prima forma di emancipazione economica.
Due giovani e ricche americane furono le principali protagoniste di questa neonata impresa della bellezza: Romeyne Robert Ranieri di Sorbello e Alice Hallgarten Franchetti.
Entrambe erano colte, curiose e cosmopolite. Mecenati per scelta. Innamorate non solo dei loro mariti ma anche dell’Umbria e della sua gente. Tutte e due guidate da sinceri ideali, uniti a una concretezza anglosassone che all’epoca apparve rivoluzionaria.
TRATTO DALLA PUBBLICAZIONE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI PERUGIA, “UMBRIA DELLE MIE TRAME. Tessuti, merletti e ricami: gli itinerari dell’alto artigianato artistico”, testi a cura di Federico Fioravanti