IL VINO E LA SALUTE: LE CREDENZE DEL PASSATO

Nell’antica Grecia il vino era ritenuto beneficio di in alcune forme di patologie digestive ed Ippocrate nel suo “Libro della Salute” parla delle opportunità di somministrarlo puro, temperato, caldo o freddo, considerandolo uno stimolante non solo delle funzioni digestive, ma anche delle funzioni psichiche e renali.

Nel Medioevo, la Scuola Medica Salernitana rese noti i vantaggi alimentari e salutari del vino e nel capitolo IX del “Flos Medicinae” attribuì al vino il valore di un vero medicamento:”Il vino, se puro, ti dà parecchi benefici: conforta il cervello, allieta il tuo stomaco, sottrae dal tuo corpo ii vapori nocivi, rilassa il tuo ventre se pieno, acuisce il tuo ingegno, nutre la tua vista e schiarisce il tuo udito, rinforza il tuo corpo ed irrobustisce le tue membra”.

Il buon senso popolare del resto ci tramanda i rapporti tra salute e vino:

Il buon vino fa sangue” è un antico detto popolare che sottolinea l’azione antianemica, vasodilatatrice e tonica di alcune qualità del vino.

In vino veritas” e “Bere per dimenticare” sono detti che ci fanno ricordare l’effetto del vino sull’attività psichica dell’uomo.

Il vino è il latte dei vecchi” è un altro curioso detto che dimostra come il vino fosse considerato dagli anziani un vero e proprio alimento come il latte per i bambini.

Nei tempi passati il vino era considerato un ottimo disinfettante: Ciro il Grande , durante la marcia contro Babilonia, aveva ordinato di distribuire quantità di vino “sufficienti a tutelare la salute dei soldati fintanto che essi  non si fossero gradatamente avvezzati dalle nocive acque locali”.

Sembra che durante l’epoca romana il dilagare di forme infettive di carattere epidemico tra i soldati fosse impedito dall’uso del vino.

Nei secoli scorsi le proprietà antibatteriche del vino erano tenute in grande considerazione.

Nel XVII secolo, negli ospedali di Roma il vino era ritenuto così utile da prescrivere ai malati le “zuppe di vino” e nelle raccomandazioni dell’11 ottobre 1691 si leggeva che “il vino degli infermi deve essere assaggiato prima dai medici onde controllare se i cantinieri non abbiano avuto l’ardire di aggiungervi l’acqua”.

All’inizio del novecento molti medici ancora consigliavano il vino contro il “mal sottile” delle giovinette o contro forme anemiche e di deperimento in genere.

Oggi molte credenze sono cadute e sono stati riconosciuti sempre più gli effetti dannosi dell’alcool: il vino, utilizzato in passato come medicamento, deve essere considerato principalmente un alimento che trova la sua collocazione nella dieta dell’uomo.

(tratto da “Sapori di una terra – prodotti tipici della Provincia di Perugia” a cura dell’Assessorato allo Sviluppo Economico della Provincia di Perugia e della Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato e Agricoltura di Perugia)

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