Inizialmente il fornaio, che poteva esercitare il suo mestiere dopo un lungo tirocinio come garzone, cuoceva il pane che le donne preparavano in casa: veniva pagato mensilmente, annotando su una tavola di legno, una sorta di “libretto delle spese” ogni acquisto che realizzava. Il lavoro del fornaio era sottoposto a rigide regole: doveva prestare giuramento davanti alle autorità di non barare sulla qualità e quantità del pane. Inoltre, pena un risarcimento in denaro, era tenuto a produrre e a consegnare, all’interno di una gerla, il pane, che portava inciso il nome del “committente”, ben cotto: se il fornaio non cuoceva bene il pane, oltre a pagare l’ammenda doveva pure rifare l‘infornata. Nacque in questa epoca la superstizione che il pane posato in tavola capovolto portasse sfortuna: questa credenza popolare traeva origine dal modo in cui i fornai consegnavano in segno di disprezzo il “pane del boia”, preparato senza compenso per doveri di legge. Dopo il 1200 i mugnai e i fornai appartenevano alle rispettive corporazioni di mestieri.

L’UMBRIA DEL VINO 2023: PREMIO IMPRESA FEMMINILE
PREMIO IMPRESA FEMMINILE “Montefalco Sagrantino 2017” AZIENDA AGRARIA SCACCIADIAVOLI Montefalco