I personaggi di Simenon e Rex Stout, dai libri alla tv

“C’era una volta, sugli schermi tivvù di un’Italia ancora un po’ naive, un certo Johnny Dorelli che, in un gran varietà del sabato sera (di quelli che andavano allora) folgorò lo share e i telespettatori con una fortunatissima imitazione: quella di un commissario coi baffi (anch’esso televisivo, ma dal AssoBirrasonato pedigrée letterario) che tirava fuori birra da ogni singolo mobile o suppellettile del suo ufficio. Dall’attaccapanni, dal portaombrelli, dal telefono, dallo schedario… Un tocco, una svitatina, e il boccale era pieno. Sembra passata un’eternità dai tempi del “Grasset” dorelliano, replica giocosa del Maigret firmato su carta da Simenon (uno degli scrittori più rivalutati dell’ultimo ventennio) e in video da un geniale Gino Cervi. E una mezza eternità anche dal Nero Wolfe (altro birrofilo per eccellenza, oltre che genio dell’investigazione anticrimine e straordinario gourmet, prototipo dell’intenditore odierno che mangia benissimo e conosce a fondo la birra) immortalato a 23 pollici da Tino Buazzelli e griffato in libreria da Rex Stout. Ebbene: in tutto questo tempo, l’audience della birra, la sua fortuna letteraria e mediatica non ha fatto che crescere.

Prendete un giovane scrittore in decollo come Philippe Delerm: come decide di titolare il libro che sfonda classifiche e filtri della critica in Francia, prima, e poi un po’ in tutto il mondo? La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita. Tenero e misurato, attento al recupero di un’umanità al centro di quotidiani, efferati attentati, il libro di Delerm ha colto un successo che è il caso di definire spumeggiante. Non meno, però, di quello dei due cugini terribili (uno irlandese, l’altro cockney, cioè londinese doc) Roddy Doyle e Nick Hornby. Non c’è libro del primo (da The Snapper ai rockettari Committments o al delizioso e crudo The Van) che non sia “bagnato” di birra. E poiché ogni nuovo Doyle, in pratica, ha dato vita a un film di successo, ecco la birra secondo Roddy trasferirsi al cinema, ad esempio nelle avventure – travolgenti – dei due disoccupati che aprono un improvvisatissimo posto di ristoro su ruote, o in quelle di uno dei gruppi pop più divertenti del mondo.”

da www.assobirra.it

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