Come, quando, quanto e perché si beve il vino

Il buon vino, se bevuto in dosi moderate, soddisfa non soltanto gli organi più sensibili del nostro organismo, cioè vista, olfatto e gusto, per il colore, per la trasparenza, i delicati o aggressivi profumi, le caratteristiche organolettiche che lo distinguono; ma apre spesso al palato orizzonti di soavità e dona grande conforto allo stomaco facilitando quasi sempre la digestione.

Dona poi buon umore, spinge all’ottimismo, alla socievolezza ed alla sincerità.

Il vino deriva dalla fermentazione dei grappoli maturi – che sotto il bacio ardente del sole sembrano stillare lacrime di gioia – fermentazione che ce lo dona con un’infanzia tumultuosa, un’adolescenza vivace, una maturità vigorosa, una vecchiaia spesso maestosa, in quanto nell’invecchiamento i vini classici (soprattutto rossi) esaltano le loro caratteristiche più pregevoli di gusto, profumo e squisitezza.

Generalmente il vino si consuma a tavola, come complemento e completamento dei cibi, e lo si beve a sorsi, lentamente, gradualmente, non a garganella. Il vino e senz’altro il miglior condimento dei cibi, l’esaltatore delle loro caratteristiche di finezza e bontà, sempre che si sappia armonizzare al gusto delle vivande; anzi il vino è la parte spirituale del pasto in quanto lo nobilita e o rende più confortevole e gradito.

Da ciò detto: un pasto senza vino è come una giornata senza sole.

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