La dolce kermesse dedicata al “cibo degli dei” nasce a Perugia nel 1994 e da allora si impone come il più partecipato degli appuntamenti dedicati alla promozione della tradizione cioccolatiera italiana e internazionale, fonte d’ispirazione per iniziative sempre diverse ed allettanti. Ad ideare la kermesse, nell’ormai lontano 1982, è stato l’Architetto Eugenio Guarducci, attuale Presidente di Eurochocolate. L’annuale Festival della cioccolata si svolge in autunno, durante il mese di ottobre, quando riprendono a pieno ritmo i consumi del cioccolato ed anima con eventi, percorsi culturali, degustazione, performance, spettacoli le vie, le piazze e i luoghi d’arte e di tradizione del centro storico della città di Perugia. Una cornice ricca ed accogliente che rappresenta uno dei fattori di successo
della manifestazione, insieme alla capacità di coinvolgere il pubblico a 360°, per una conoscenza completa del cioccolato in modo professionale e divertente. La forte crescita della kermesse sul territorio umbro ha spinto gli organizzatori, a partire dal 2000, a scegliere nuovi luoghi di grande pertinenza e legame con il mondo del cioccolato che potessero offrire spunti creativi e strategici sempre nuovi, dove esportare il format ormai di successo. Inizia così la tournée di Eurochocolate in tante città italiane: Torino, Roma, Napoli, Modica, Pisa, l’Aquila… Ma è Perugia che, nell’immaginario collettivo, è da sempre la “Città del Cioccolato” per eccellenza. In occasione di Eurochocolate, Perugia per nove giorni si trasforma in una grande cioccolateria all’open air, in armonia con l’architettura urbana che, unitamente all’evento, si propone come plus per aziende e golosi di tutto il mondo. Molteplici sono le iniziative che per nove giornate mantengono alta la ritmica della manifestazione sia per il pubblico che per i numerosi media che seguono l’evento. Tra queste meritano di essere ricordate:
-Chocolate Show: la sessione commerciale di Eurochocolate che vede il coinvolgimento di oltre 140 tra le più importanti firme del cioccolato italiano ed internazionale, un mega-store lungo le vie del centro storico di Perugia;
-Special Event: animazioni, musica, teatro e ovviamente cioccolato in quantità; appuntamenti che di anno in anno variano a seconda del tema conduttore di Eurochocolate. Alcuni appuntamenti ogni anno vengono riproposti nella stessa formula (cult events) come per esempio le “Sculture di Cioccolato” in piazza, che hanno contribuito a costruire il successo di Eurochocolate;
-Master & Courses: corsi amatoriali e professionali di degustazione e cucina a base di cacao per chi vuole approfondire l’interesse nei confronti della cultura dell’utilizzo del cioccolato in tutte le salse e l’interesse ad affinare i palati (Chocohouse Cooking, Chocohouse Sweet, Cioccolatomania, Master del cioccolato).
Umbria Jazz
Il 23 agosto 1973 è la data del primo concerto della prima edizione di Umbria Jazz. Si ebbe un grande successo di pubblico, a dispetto di una promozione approssimativa. Inizialmente Umbria Jazz assunse una formula “itinerante” da una città all’altra, con concerti gratuiti (piazza del Popolo di Todi, piazza IV Novembre a Perugia, Villalago a Terni, il teatro romano a Gubbio, la fortezza dell’Albornoz a Spoleto, piazza San Francesco a Umbertide). Per il jazz, musica da club o tutt’al più da teatro, in ogni caso per piccoli spazi, è uno shock. Da allora, festival di questo tipo nascono in tutta Italia. Le città e le piazze dell’Umbria nei giorni di Umbria Jazz, si affollano. In alcuni casi anche i musicisti hanno avuto difficoltà nel raggiungere il luogo dove devono suonare; addirittura l’orchestra di Count Basie rimase bloccata nell’ingorgo degli spettatori. Dopo una breve pausa la manifestazione rinacque nel 1982 con molti cambiamenti fino a che nel 1985 nacque l’Associazione Umbria jazz, senza fine di lucro, che ha in gestione il marchio “Umbria Jazz”, di proprietà della Regione, che gestisce da allora il festival in ogni suo aspetto (formula, scelte artistiche, organizzazione, logistica, sponsorizzazioni). Il festival si svolge quasi tutto a Perugia, con alcuni concerti però tenuti a Terni, Narni, Orvieto, Foligno, Gubbio, Città di Castello e Assisi.
Dal 2003 i concerti si tengono presso l’arena del Santa Giuliana, con nomi quali Ornette Coleman, Van Morrison, Bobby McFerrin, gli Earth, Wind & Fire, James Brown e i Manhattan Transfer. Altri concerti si tengono al settecentesco Teatro del Pavone (Sarah Vaughan, 1984), al teatro comunale Morlacchi (Caetano Veloso), presso la duecentesca chiesa di San Francesco al Prato (Gil Evans, Carmen McRae, la Liberation music orchestra), all’oratorio filippino di Santa Cecilia, nella sala Podiani della Galleria nazionale dell’Umbria, nel duomo di Perugia (i cori Gospel), nella basilica di San Pietro (Jan Garbarek e Hilliard Ensemble per il progetto Officium) e nello stadio di calcio Renato Curi (Miles Davis nel 1984 e Sting nel 1987). Per i concerti gratuiti, si usano piazza IV Novembre e i giardini Carducci. Nel ventennio che parte dall’edizione del 1982 si aggiunge qualche divagazione nei territori del rock e del blues e della canzone brasiliana, con una maggiore attenzione al jazz italiano. Le scelte artistiche si dividono in due filoni: da un lato il jazz ortodosso e dall’altro la musica nera (blues, gospel, soul, zydeco, marching band, rhythm ‘n’ blues) con vari sconfinamenti nel pop-rock, per un pubblico generalista. In tale ottica vanno viste anche le esibizioni di personaggi come Elton John, Carlos Santana, James Brown, Donna Summer, Eric Clapton, Earth, Wind & Fire, Simply Red.
Corsa dei Ceri
La Corsa dei Ceri è tra le più antiche manifestazioni folcloristiche italiane. Parlare della storia della Festa dei Ceri non è facile.
È tra le più antiche, se non in assoluto la più remota, manifestazione folcloristica italiana. La Festa ebbe ed ha tuttora un ruolo fondamentale per la comunità eugubina. Sono due le ipotesi sulla sua nascita: una religiosa e l’altra pagana. La prima ipotesi, largamente documentata, presenta la Festa come solenne atto ispirato a devozione degli eugubini al loro Vescovo Ubaldo Baldassini, dal maggio 1160, anno della sua morte. Da allora, ogni 15 maggio, giorno della vigilia del lutto, l’offerta devozionale al Santo Patrono divenne un appuntamento fisso per il popolo eugubino, che avrebbe partecipato, in mistica processione, ad una grande “Luminaria” di candelotti di cera, percorrendo le vie della città fino al Monte Ingino (dove dall’11 settembre 1194 riposa il corpo di S. Ubaldo nell’omonima Basilica). I candelotti di cera, offerti dalle corporazioni di Arti e Mestieri, probabilmente divennero nel tempo tanto consistenti da renderne difficoltoso il trasporto e furono sostituiti verso la fine del ‘500 con tre strutture di legno, agili e moderne, che – più volte ricostruite – sono, nella loro forma originaria, arrivate fino ai nostri giorni. Sono rimasti invariati nel tempo anche la data e quasi la totalità del percorso della festa. La seconda ipotesi, poco documentata, propende per la rievocazione antichissima della festa pagana in onore di Cerere, dea delle messi, arrivando a noi attraverso le glorie comunali e le signorie rinascimentali, il dominio pontificio e le lotte risorgimentali.
LA CORSA
Dopo la benedizione del Vescovo inizia la tanto attesa corsa, fremente, impetuosa, drammatica come poche al mondo. Ceraioli e popolo sono tutt’uno nell’esaltazione di quei primi momenti in cui Capitani, Alfiere e Trombettiere a cavallo precedono al galoppo i Ceri. I Capitani dell’anno precedente danno il “via”. La folla esulta, irrompe in un grido corale, compatto, “Via ch’eccoli”. Si apre la marea colorata, come per incanto, per consentire il passaggio dei Ceri in corsa, ben piantati sulle robuste spalle dei ceraioli.
La corsa si snoda per le strette vie medievali, i Ceri oscillano paurosamente, sfiorando e spesso toccando mura e finestre. Con grande abilità e anni di esperienza i ceraioli si danno il cambio in corsa; riescono a prevenire incidenti gravi, pur scivolando e spesso cadendo soprattutto in caso di pioggia. È una prova di grande forza e abilità quella di far correre il Cero il più possibile in verticale evitando “cadute” e “pendute”. Questa è la vittoria, tenendo conto che non esiste il sorpasso e che i Ceri arrivano in cima al monte nello stesso ordine con cui sono partiti: Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio. Il percorso che coprono i Ceri in corsa è di circa 4 chilometri e 300 metri, partendo dall’Alzatella fino alla Basilica in cima al Monte.
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