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Un valente cavaliere

 

Vestire i panni di un valente cavaliere medievale, indossare con fierezza elmo, gambali e corazza, impugnare spade affilate e maneggiare balestre poderose…
… immaginarsi di essere il prode Richard Shelton del noto romanzo La Freccia Nera oppure immedesimarsi nel più vicino San Francesco, che agli inizi della sua conversione abbandonò il progetto di diventare cavaliere per impegnarsi nella pacifica strada di Dio… questo e altro possiamo sognare a Gubbio, tra scudi e cotte in maglia, ammirando i lavori artigianali dei riproduttori di armi ed armature medievali. Tali oggetti vengono realizzati con cura e passione per i dettagli storici, dedicando attenzione alla qualità dei materiali e delle rifiniture, come testimoniano, per esempio, i minuti fregi delle impugnature delle spade.

Per gli amanti del Medioevo, quindi, è caldamente consigliato visitare Gubbio, in cui tra i vicoli è possibile fantasticare di incontrare un vero cavaliere, soprattutto nell’ultima settimana di maggio, in occasione del Palio della Balestra, in cui i balestrieri locali, che indossano rigorosamente il costume antico, si scontrano con quelli di San Sepolcro. La manifestazione è arricchita dallo spettacolo degli sbandieratori eugubini e dalla sfilata di un corteo storico per le vie della città.

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La luce del vetro!

Complementare in qualche modo al lavoro del fabbro, è quello del vetraio. Sebbene in Umbria la lavorazione del vetro artistico sia una nicchia, ha lasciato comunque un’impronta di valore nelle splendide vetrate artistiche di tante chiese, in primis del Duomo di Orvieto. La città, però, che vanta la tradizione più antica è Piegaro, nel comprensorio del Trasimeno, in cui si può visitare l’interessante Museo del Vetro, che ci permette di conoscerne il ciclo produttivo, dalla mescola al prodotto finito. All’interno del Museo, si possono ammirare anche opere nobili risalenti al XIX secolo come oggetti d’uso comune della civiltà contadine, quali gli autoctoni damigiane e fiaschi, che prevedevano l’apporto di altri artigiani per l’impagliatura, realizzata con la locale paglia lacustre. Tra le curiosità legate al museo, il residuo dell’ultima lavorazione dell’Officina che aveva luogo nell’edificio, che appare al visitare come un enorme cumulo verde smeraldo, conservato nei cunicoli dei sotterranei.