parco del trasimeno

Parco del Lago Trasimeno…il parco delle meraviglie

Fragile e bellissimo, come un ricamo, è anche il Parco del lago Trasimeno, una delle zone umide più caratteristiche d’Europa per la presenza di specie botaniche, faunistiche ed ittiche di rilevante significato.

La porta di questa meraviglia della natura è l’Oasi la Valle, a San Savino di Magione, accanto all’imbocco dell’emissario che porta
fino al Tevere le acque in eccesso del lago.
Un luogo privilegiato per studiare centinaia di specie migratorie: il rifugio di almeno 60mila uccelli di duecento specie diverse che qui si fermano a nidificare o svernare.
Due terzi sono folaghe: quelle nere si riconoscono da una macchia caratteristica sulla fronte. Sembrano quasi passeggiare sulla superficie del lago, appena sopra le vaste praterie di piante acquatiche che crescono sui bassi fondali. Gli svassi nuotano veloci, poi si immergono per pescare.

Insieme a loro, alzavole, moriglioni e germani reali. Quando tira la tramontana, si concentrano nell’angolo sud est tra l’isola Polvese
e il promontorio di San Feliciano. Migliaia di esemplari di uccelli, si aggiungono ogni anno ai volatili che hanno scelto il loro stabile nido sulle rive del Trasimeno: morette, cavalieri d’Italia, aironi bianchi e cenerini e aironi rossi che nidificano tra i canneti. I cormorani si asciugano le ali al vento, sui margini dei canneti. Rapaci, come l’albanella minore e il biancone, cacciano d’estate. In autunno arrivano migliaia di storni e di rondini che si preparano alla migrazione annuale. Tra loro, anche qualche cicogna bianca insieme ai falchi pescatori. Molti passeriformi vengono marcati ogni anno con un anellino in una apposita stazione di inanellamento. Così si scopre che una cannaiola bigia che pesa meno di dodici grammi, sverna in Africa, a migliaia di chilometri dal cuore d’Italia. E che uno storno è arrivato fino in Russia, a duemila chilometri dal Trasimeno. Tanta meraviglia si può osservare con tutta la calma necessaria,
grazie ad una struttura attrezzata per il birdwatching e le visite guidate, accessibili anche ai bambini in passeggino e alle persone diversamente abili.

Dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria del Trasimeno

acque e cielo

Acque e cielo, lo stesso destino…il Trasimeno che incantò gli scrittori

Acque e cielo appaiono uniti dallo stesso destino: uno specchio fragile nel quale sembra riflettersi tutta la grande bellezza dell’Umbria.

“Sembra un uovo di pavoncella; ulivi grigi preziosi, delicati, freddo mare, verde conchiglia”. Così, nell’inverno del 1935, descrisse il Trasimeno nel suo diario la grande scrittrice inglese Virginia Woolf. Colori resi sempre nuovi dalla luce che dal cielo si riflette sulle acque: argentee al mattino, verdi, blu o rosa a seconda del sole e delle ore del giorno. Fino a rosseggiare d’estate, in tramonti che sembrano infiniti. 

Lo spettacolo ammalia ancora oggi il viaggiatore. Una emozione che si ripete ogni giorno. E che spesso si ha voglia di condividere, come scriveva in modo appassionato Goethe, nel suo “Viaggio in Italia”: “Il lago di Perugia offre uno spettacolo di grande bellezza. Mi struggo dal desiderio di avere al mio fianco qualcuno dei miei”. 

Lo scrittore di fiabe Hans Christian Andersen (1805-1875), che forse proprio sulle rive del lago, a Passignano, trovò ispirazione per la storia de “Il brutto anatroccolo”, raccontò lo stupore di un Trasimeno “illuminato dalla sera, come oro fiammeggiante fra le montagne azzurre”. E aggiunse: “Dall’alto e al di là delle distese di uliveti, ammiravamo lo stesso incantevole paesaggio che si rifletteva negli occhi di Raffaello come aveva fatto in quelli di Augusto…”.

Dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria del Trasimeno

trasimeno panorama

La bellezza del Trasimeno, lago più antico d’Italia

Gli Antichi Umbri, il primo popolo che abitò l’Italia, lo chiamavano Tarsmeno, “quello che si prosciuga”. Un grande lago, tondo, capace di mutare di continuo forma e colori, a seconda del ritmo delle piogge.
Nella lingua degli Etruschi, per assonanza, diventò Tarsminass. Un nome entrato nella storia dell’archeologia: fu impresso nel bronzo, più di 22 secoli fa, in uno dei sette frammenti della Tabula Cortonensis, il manufatto etrusco riemerso in Valdichiana nel 1992. Si parla delle acque di Tarsminass a proposito dell’atto di vendita di fertilissimi terreni agricoli da parte di un altolocato personaggio di
Cortona.

Il Trasimeno è il lago più antico d’Italia: ha circa un milione di anni. Nella depressione di origine tettonica che lo accoglie si è accumulata, per circa cinque milioni di anni, una pila enorme di sedimenti spessa più di 600 metri.

È anche l’unico lago italiano ad essere ospitato in una depressione originata da un movimento tettonico, come è accaduto, nel resto del mondo, per il Mar Morto, il Tanganica, il Titicaca e il Bajkal.

Con oltre 120 km quadrati è anche il lago più esteso dell’Italia centrale. Il quarto della penisola, dopo il Garda, il Lago Maggiore e il Lago di Como. Lo specchio d’acqua, che riceve apporti da un ridotto bacino scolante, è largo quasi 15 km con un perimetro di 53 km. Le acque, in media, sono profonde meno di 6 metri.

Tre verdissime isole emergono dal lago: la Maggiore e la Minore a nord, davanti a Tuoro e Passignano e l’isola Polvese, la più grande, sul lato opposto, solo a qualche centinaio di metri dall’abitato di San Feliciano.

Dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria del Trasimeno

volo uccelli

L’uomo che volava sulle acque…curiosità dal lago Trasimeno

Meno nota è un’altra storia che ebbe il lago come teatro: quella del perugino Giovan Battista Danti, nato nel 1478, che sperimentò
il volo umano librato prima di Leonardo da Vinci.
Costruì grandi ali ferme con pelli, penne e ferri. Voleva sfruttare il favore del vento e le correnti ascensionali, come fanno oggi gli alianti o i deltaplani. La prima volta, assistito da un suo servitore, si lanciò da una altura dell’Isola Maggiore.
Usava l’acqua del Trasimeno come pista di atterraggio. I suoi concittadini lo soprannominarono Dedalo, come il personaggio mitologico che accompagnava il volo del figlio Icaro. Ma Giovan Battista poi volò davvero, nel febbraio del 1498, davanti a una
folla enorme, accorsa a Perugia per festeggiare il matrimonio di Pantasilea Baglioni con il celebre capitano di ventura Bartolomeo d’Alviano: imbracato nelle grandi ali di sua invenzione, volteggiò, per qualche minuto sui tetti della città dalla piazza centrale
della città fino alla Sapienza Nuova. Lo tradì la rottura della giuntura di un’ala: rovinò al suolo ma gli andò comunque bene. Si spezzò solo una gamba. Ma da allora rinunciò per sempre al suo sogno sovrumano.

Tratto dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria del Trasimeno

annibale

L’ulivo millenario del Trasimeno e la battaglia di Annibale

Il Trasimeno è un luogo dove ogni memoria sembra riemergere.
A Villastrada, nei pressi di Castiglione del Lago, un gigantesco albero di ulivo di 2500 anni di età, è il muto testimone di grandi e piccole storie.
L’ulivo millenario fu piantato intorno al V secolo avanti Cristo. Il tronco, tortuoso e imponente, misura più di 12 metri di circonferenza. E domina con la sua presenza gli altri alberi centenari, disposti tutt’attorno, quasi a  volergli rendere omaggio.

La pianta secolare aveva già salde radici all’alba del 21 giugno del 217 a.C. quando a pochi chilometri di distanza, sulle colline di Sanguineto di Tuoro, Annibale, condottiero cartaginese, annientò l’esercito di Roma nella memorabile battaglia del Trasimeno.
Nacque allora, tra quei fumi e nel crepitio dei fuochi, il mito di Annibale, il geniale ed enigmatico condottiero che una quindicina di anni dopo fu comunque costretto ad arrendersi alla potenza di Roma.
Oggi i turisti possono rivivere il “Percorso storicoarcheologico della Battaglia del Trasimeno” in tredici aree di sosta che ricostruiscono quello scontro epocale e le intere vicende della seconda guerra punica nell’affascinante scenario di un vero e proprio museo all’aperto. Nel Centro di Documentazione di Tuoro, vengono presentate, grazie agli ultimi studi geografici-storici e geofisici sul lago Trasimeno e ad un accurato studio delle fonti, dati scientifici che consentono di chiarire quale fu lo svolgimento e il teatro della battaglia. Vengono utilizzati allo scopo plastici, ricostruzioni video, filmati. E ogni anno, nel mese di agosto, cortei storici e rappresentazioni teatrali ricordano l’evento.

Tratto dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria del Trasimeno

 

torta di pasqua formaggio

Torta di Pasqua con il formaggio

INGREDIENTI PER 2 TORTE

800 g di farina tipo 0, 8 uova, 150 g di formaggio fatto a pezzetti (pecorino non troppo duro e gruviera), 300 g di formaggio grattugiato (pecorino e romanesco), 130 g di strutto (di cui 30 per ungere le tortiere), 4 cucchiai di olio extravergine di oliva, 100 g di lievito di birra, 1/4 di litro di latte, sale, pepe.

 

PROCEDIMENTO

Versate la farina su una spianatoia e fate una grossa buca all’interno del mucchio di farina. Unite le uova sbattute, il formaggio, il sale, il pepe e l’olio. Fate sciogliere 100 grammi di strutto e il lievito nel latte tiepido e unite anch’essi.

Lavorate fino a quando l’impasto non si staccherà dalle mani, quindi ungete con lo strutto rimasto due recipienti, alti 12 centimetri e del diametro di 16 centimetri alla base, di forma che si allarga andando verso il bordo e versatevi l’impasto: le tortiere dovranno risultare piene a metà.

Fate lievitare un’ora e mezza in un luogo caldo, dopo aver coperto i tegami con una tovaglia e posto accanto dell’acqua calda.

Controllate ogni 20 minuti l’andamento della lievitazione sollevando un angolo del telo.

Quando l’impasto avrà raggiunto i bordi della tortiera ponete in forno preriscaldato, facendo attenzione a non scuotere le torte mentre le spostate.

TEMPI E MODALITÀ DI COTTURA

In forno statico:15 minuti a 200° C e 20 minuti a 180° C.

In forno ventilato: 30 minuti a 180° C.

A cottura ultimata aspettate qualche minuto prima di togliere dal forno e dalle tortiere, date dei colpetti leggeri ai recipienti per “staccare” le torte e ponetele a raffreddare su una griglia.

 

CONSIGLI

La torta con il formaggio si gusta a temperatura ambiente.

Le torte, raffreddate a temperatura ambiente e avvolte in un panno di cotone pesante, si conservano anche per una settimana.

Tratto dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “La Torta di Pasqua in Umbria

torta di pasqua dolce

Torta dolce di Pasqua

INGREDIENTI PER 2 TORTE

8 uova, 400 g di zucchero, 100 g di uvetta, 200 g di cedro e ciliegie canditi e tagliati a pezzetti, 1 limone, 1 arancia, 1/2 bicchiere di rosolio di cannella, 1 bicchiere di latte, 100 g di strutto, 100 g di lievito di birra, 1 kg e 200 g di farina tipo 00, strutto per ungere il tegame.

PROCEDIMENTO

Rompete le uova, ponete i tuorli in una terrina e mettete da parte le chiare.

Unite ai tuorli lo zucchero e lavorate fino a che il volume non è raddoppiato, unite l’uvetta, i canditi, il succo e la scorza grattugiata del limone e dell’arancia e il rosolio di cannella e mescolate bene. Aggiungete, in ultimo, le chiare montate a neve.

Fate sciogliere lo strutto nel latte caldo e, quando sarà diventato tiepido, unite anche il lievito. Versate la farina a fontana, unite il latte nel quale avete sciolto lo strutto.

Iniziate a lavorare partendo dall’interno, fino a quando non avrete incorporato tutta la farina, aggiungete quindi le uova lavorate con lo zucchero e mescolate agli altri ingredienti. Dovrete ottenere un impasto non troppo denso.

Coprite con un telo il recipiente e fate lievitare in luogo caldo per 30 minuti.

Ungete di strutto 2 tegami, alti 12 centimetri e larghi alla base 14 centimetri.

Lavorate ancora l’impasto per 4-5 minuti, quindi versatelo nei tegami unti di strutto, riempendoli a metà. Fate lievitare in luogo caldo, dopo aver coperto i tegami con una tovaglia e posto accanto,  dell’acqua calda.

Quando l’impasto avrà raggiunto il bordo dei tegami (dopo circa un’ora e un quarto) ponete in forno.

TEMPI E MODALITÀ DI COTTURA

In forno statico: 20 minuti in forno preriscaldato a 190° C e altri 20 minuti a 170° C

In forno ventilato: 20 minuti in forno preriscaldato a 170° C e altri 20 minuti a 150°C.

Togliete dal forno e staccate dal tegame dopo 2/3 minuti, battendo leggermente la teglia e scuotendo. Ponete la torta su carta paglia o su una griglia.

Dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “La Torta di Pasqua in Umbria

carrellata ricette

Il pesce del lago Trasimeno in tavola

Il pesce del lago Trasimeno, frutto di una attività di pesca esercitata nel rispetto della natura, è un prodotto di alta qualità in grado di offrire, grazie ai saperi culinari tramandati, piatti particolari e di elevato livello qualitativo.

Tra le pagine di questo sito una selezione di ricette che meglio interpretano le caratteristiche proprie di questo prodotto: antipasti, primi e secondi con a base il pesce del Trasimeno…idee per sbizzarrirsi anche tra i fornelli casalinghi.

 

cartina lago

L’utilizzo in cucina del pesce del lago Trasimeno nel primo Cinquecento

Matteo dall’Isola nella sua opera Trasimenide del 1537 fornisce alcune preziose informazioni su come cucinare e conservare le specie ittiche del Trasimeno.
I pesci venivano cotti nell’acqua in una pentola di terracotta con foglie di basilico e prezzemolo che davano sapore e grazia all’intingolo e al pesce cotto.

Alle carni lessate si aggiungeva pane bagnato nel brodo e un composto di aceto, noci, mandorle, foglie di alloro, pepe e garofano.
Si procedeva talvolta ad arrostire i pesci sulle braci ardenti.

Solo i più grandi venivano subito squamati e tagliati in pezzi.

In genere, dopo un breve contatto con le braci, le donne provvedevano a spogliarli delle squame e a restituirli al fuoco dopo averli cosparsi di sale. Questa pratica è rimasta in uso almeno fino al secolo scorso. Le mogli dei pescatori la praticavano infilando vivo un luccio di medie dimensioni con uno spiedo che attraversava il pesce dalla testa alla coda. Dopo il primo contatto con le braci, le
donne staccavano facilmente con le mani la pelle del pesce.

Bastava poi incidere la pancia del luccio per veder uscire tutte le interiora. Gli stessi pescatori, quando si recavano a pescare di notte con le reti (a bottà), lo preparavano così, dando fuoco ad un mucchietto di canne lacustri, e se ne cibavano staccandone dei pezzetti cotti con le mani.

Era consueto nel primo Cinquecento, come anche oggi, friggere i pesci nell’olio in una padella apposita dopo averli infarinati. Il pescato veniva in parte anche salato e affumicato. Soprattutto le scardole subivano questo trattamento dopo essere state squamate.
(E. Gambini)

Tratto  dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria del Trasimeno

pescatore con rete

I pesci del lago Trasimeno

Il lago Trasimeno è un insieme di saperi, un insieme di natura, cultura e tradizione, che, unitamente alla qualità delle acque, garantisce un prodotto di qualità, eccellente da gustare in abbinamento con i vini doc e gli oli dop del territorio.
Il lago Trasimeno, anche a motivo delle acque poco profonde e ricche di sali minerali, è, infatti, molto ricco di vita, sia animale che vegetale.
Per quanto concerne la fauna ittica, caratterizzata dalla presenza di specie indigene e non, con momenti di espansione di alcune specie e contrazioni/estinzioni di altre, si ricordano alcuni dei protagonisti più eccellenti:

la carpa o Regina

la tinca

il latterino

l’anguilla

il persico reale

il persico trota

il luccio

Dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria del Trasimeno