Ricetta tratta da un vecchio manualetto, ben nota nelle sue molte varianti anche in Umbria.
Ingredienti indispensabili di questo rosolio lo zafferano e le arance, da cui il nome (le arance erano un tempo chiamate “portogalli”).
In versione attuale il vaso in cui macerare scorza d’arancia – rigorosamente biologica e non trattata – e zafferano deve essere a chiusura ermetica, lo sciroppo si può preparare a caldo e con metà dello zucchero e per “passare” il rosolio non è necessario il “fitto panno” ma un imbuto rivestito di carta filtro, carta che si trova nei normali negozi di articoli per enologia.
“Sbucciate sottilmente un arancio e mettete la scorza in un vaso con 250 grammi di alcool a 36 gradi e una presa di zafferano. Coprite il vaso con una carta bucherellata e lasciatelo in disparte per 3 giorni. In pari tempo mettete in un vaso 650 grammi di zucchero finissimo con 360 grammi d’acqua e agitate ogni tanto il recipiente acciocché lo zucchero si sciolga bene. Il quarto giorno mescolate insieme i due liquidi e lasciateli nuovamente in riposo. Dopo 8 giorni passate il rosolio per un fitto panno, filtratelo per cotone e mettetelo in bottiglie”.
Da “130 maniere di preparare liquori, rosoli e bevande diverse”
Tratta dalla pubblicazione della Camera di Commercio di Perugia “L’Umbria dello Zafferano” consultabile qui.