ruzzollone

SULLE STRADE DEL RUZZOLONE

“Più che un gioco, un modo per vivere insieme, un rito di altri tempi ripetuto nei giorni di festa a primavera, tra campi, fossi e strade bianche. All’inizio il ruzzolone si giocava con una forma ben stagionata di pecorino che era anche il premio per il vincitore. Oggi si usa un disco di legno. Ma la passione rimane. E trova ancora proseliti: sono almeno tremila gli appassionati in Umbria, nel Lazio, nelle Marche, in Toscana ed in Emilia Romagna che si sfidano, in piste attrezzate, dalla primavera all’autunno, sotto l’egida della Figest, la federazione italiana giochi e sport tradizionali. Il gioco del ruzzolone ha antichissime origini. Lo praticavano già gli Etruschi: nella tomba delle “Scalette” a Tuscania sono stati recuperati dei ruzzoloni che ora è possibile osservare nel Museo di Valle Giulia a Roma. E un lanciatore è immortalato in un affresco nella “Tomba delle Olimpiadi” a Tarquinia. I pastori, durante le transumanze si sfidavano lungo i tratturi. Poi il giuoco del Cascio e della Forma arrivò anche nei paesi e nelle città. Ma erano tante le zuffe e le liti tra i concorrenti e gli spettatori, che fu presto proibito nelle vicinanze dei centri abitati. A Gubbio, un editto del 1500 impose che il ruzzolone si giocasse ad almeno mezzo miglio dalle mura cittadine ed a Perugia, nello stesso periodo, il gioco era vietato in città per disturbo alla quiete pubblica. E’ un gioco di squadra ma si può praticare anche in due o in coppia. Occorre un ruzzolone per ogni giocatore. Il disco, di legno duro, ha un diametro di 26 cm. Poi, una fettuccia che ha il compito di dare più forza nel tiro, un rocchetto e una maniglia per il lancio. Vince chi, con il minor numero di tiri, arriva al traguardo. Come nel gioco del golf, dopo il tiro si riprende da dove il ruzzolone si è fermato. Il percorso di gara è di 500 metri e presenta ostacoli naturali e artificiali per rendere più difficile la gara. Il ruzzolone va tenuto tra il pollice e il mignolo. L’indice, il medio e l’anulare stringono lo zeppo. Dopo il tiro, la fettuccia si srotola e il ruzzolone inizia la sua corsa. Conta la forza ma anche la tecnica del tiro. L’Umbria è ricca di piste ed appassionati. In provincia di Perugia si può praticare il ruzzolone sulle piste di Collestrada, Todi, Spoleto, Migliano, Gubbio, San Biagio della Valle e San Martino in Colle. Nella provincia di Terni sono attivi gli impianti di Campitello di Terni, La Selva di Narni, Fornole, Orvieto, Acquasparta e Porchiano.”

Tratto da “L’Umbria dei formaggi” pubblicato in questo sito.

misterp

PANE LIBERA TUTTI CON MISTER P

 

“è suonata già la sveglia

e di alzarti non hai voglia

forza, in piedi! ora è mattina

“mister p” è già in cucina

tra lo zucchero e il caffè

sta aspettando proprio te!”

Il quaderno da leggere e personalizzare dedicato al pane e ai bambini, in compagnia di mister p l’eroe più buono e più forte che ci sia!

PANE LIBERA TUTTI!

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L’UMBRIA DEI FORMAGGI

Lo sapevate che la parola cacio ha avuto origine da come gli Antichi Umbri chiamavano il caglio?

E che il più famoso proverbio sul formaggio (“Al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere”) nacque dalle indicazione alimentari di Castore Durante, un medico gualdese del Cinquecento?

In Umbria si produce formaggio da tremila anni con risultati eccellenti.

Una grande tradizione, nel segno della qualità. Ma il formaggio umbro è ancora poco conosciuto rispetto ai più reclamizzati prodotti di altre regioni italiane.

La lacuna è oggi in parte colmata da una agile ed esauriente pubblicazione, “L’Umbria dei Formaggi”, dove l’affascinante storia dei formaggi dell’Umbria viene raccontata insieme alle bellezze dei pascoli e delle vallate nei quali nasce questa vera e propria eccellenza enogastronomica.

Un percorso storico che tocca anche l’antica tradizione del gioco del Ruzzolone e le tante curiosità sul cacio regionale. Sono quindici le tipologie di formaggio che offre l’Umbria: Pecorino di Norcia del Pastore; Pecorino di Norcia del caseificio; Ricotta salata di Norcia; Caciotta al tartufo; Raviggiolo; Pecorino stagionato in botte; Pecorino stagionato in fossa; Formaggio farcito; Formaggio misto o Caciottone; Caciotta; Pecorino umbro del Subasio; Roccaccio; Ruzzichella; Bigetto e Grello.

Il volume analizza le caratteristiche organolettiche, le tecniche della stagionatura e il modo giusto per conservare, tagliare e servire il formaggio, unitamente  ricette creative di chef umbri e ad una selezione di ricette tradizionali.

per un primo assaggio…. il pdf del volume