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IL TEATRO PIU’ PICCOLO DEL MONDO A MONTE CASTELLO DI VIBIO (Pg)

Tra “I Borghi più Belli d’Italia”, Monte Castello di Vibio, cittadina medioevale a poca distanza da Todi, in provincia di Perugia, custodisce all’interno delle sue mura numerosi tesori, tra cui il prezioso gioiello del “Teatro della Concordia”, il teatro più piccolo del mondo, con i suoi 99 posti.

Costruito nei  primi dell’Ottocento, per impulso di nove famiglie di rilievo del luogo, benché esistano altri teatri con posti inferiori a 100, il Teatro della Concordia è l’unico a riprodurre in fedele miniatura i tipici teatri italiani ed europei, come emerge dalla cura dei particolari che lo contraddistingono, impreziositi dai materiali utilizzati e dagli affreschi che ne adornano i palchetti ed il soffitto a volte, ad opera di Cesare Agretti e del giovane figlio.

Interamente in legno ed in puro stile goldoniano, è ispirato nel nome al clima di “concordia tra i popoli” che in quel periodo storico si stava respirando in Europa dopo la rivoluzione francese.
E’ sede di numerosi eventi, ed è anche luogo per celebrare matrimoni con rito civile e per ospitare meeting.

Per informazioni sul Teatro della Concordia: tel. 075.8780737;
http://www.teatropiccolo.it/

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BRUSCHETTE AL TARTUFO

Dosi per 4 persone:
2 hg Tartufo nero
2 Spicchi d’aglio
2 Acciughe sott’olio
1 Cucchiaio Olio Extra-vergine d’oliva Umbro
1 noce di burro
1 cucchiaio di succo di limone
8 Fette di Pane Umbro sciapo

Pulire accuratamente il tartufo e grattugiarlo con la grattugia a fori grandi. Scolare le acciughe e sminuzzarle.
In un padellino scaldare l’olio ed il burro e farvi imbiondire l’aglio.
A fiamma spenta aggiungervi il tartufo, le acciughe ed amalgamare bene con il succo di limone.
Tostare il pane e cospargervi sopra il patè. Servire caldo.

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STRANGOZZI AL TARTUFO NERO

Ingredienti per 4  persone:
3 hg e ½  di Strangozzi
1 hg di Tartufo Nero di Norcia
Olio Extra-vergine d’oliva Umbro
1 noce di burro
1 spicchio di aglio vestito
Sale q.b.

Su un padellino caldo versare l’olio extra vergine d’oliva e lo spicchio d’aglio. Aggiungervi il tartufo ben lavato e grattugiato e cuocere a fiamma dolce per una decina di minuti circa.
Quando la pasta è cotta al dente, scolarla su un piatto da portata, aggiungervi il burro ed amalgamare bene.
Condire con la salsa di tartufo preparata e mescolare il tutto.

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POLENTA AL FORNO CON TARTUFO NERO E PERCORINO

 

Ingredienti  per 4 persone :
350 grammi di farina di mais
1 tartufo nere 
200 g di pecorino di Norcia stagionato
40 grammi di burro
sale q.b.

Portare ad ebollizione 1 litro e mezzo di acqua, salare e versarvi a pioggia la farina di mais, avendo cura di mescolare bene per evitare la formazione di grumi.

Cuocere per circa 40 minuti finché la polenta non diventa di consistenza morbida.

Nel frattempo tagliare a scaglie il tartufo ben pulito ed a lamelle il pecorino.

Una volta pronta, versare un primo strato di polenta su una pirofila imburrata, cospargervi alcune lamelle di pecorino, qualche fiocco di burro e alcune scaglie di tartufo. Proseguire con gli strati fino ad esaurimento degli ingredienti. L’ultimo strato deve essere di sola polenta e pecorino.

Cuocere in forno a 180° C per 20-25 minuti circa, finché sulla polenta non si sarà formata una crosticina croccante.

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IL PAESE DELLE TERRECOTTE

 Ripabianca è un pregevole borgo arroccato, nel  Comune di Deruta, non molto distante da Marciano, e deve il suo nome all’argilla estratta dal suo terreno, particolarmente adatta per la lavorazione di terrecotte e laterizi, tant’è che può essere definita a buon ragione il “paese delle terrecotte”, come testimoniano le fornaci a legna, di cui una ancora perfettamente in funzione.

Nel paese,  il comparto della terracotta è ancora molto vivace e di stampo per lo più artigianale, con forti radici tradizionali e con una ricca produzione di orci, vasi da giardino, riproduzioni di ziri, scine, pignatte ed altri utensili utilizzati in passato nelle cucine e nelle case.
Curiosità legate alla civiltà contadina umbra: gli ziri sono i vasi in terracotta in cui veniva conservato l’olio, prodotto prezioso e salutare della nostra terra, mentre le “scine” sono dei catini ,in cui si effettuava il bucato con la cenere.

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L’UMBRIA DELLE TERRECOTTE E DEI LATERIZI

Marsciano è un centro conosciuto in particolare per la produzione di laterizi e terrecotte che rappresentano per la città il fil rouge attraverso il quale si snoda la sua storia, non solo da un punto di vista architettonico ed urbanistico, ma anche e soprattutto, di quello dei rapporti commerciali ed economici, delle famiglie imprenditoriali e della stratificazione sociale. La collocazione geografica di Marsciano e del suo territorio lungo l’importante corridoio di traffico rappresentato dall’antica via Orvietana, la ricchezza di argille di buona qualità, di boschi da cui trarre il legname e la disponibilità di acqua hanno reso possibile lo sviluppo e la presenza costante nel corso dei secoli della produzione fittile. Tale produzione nel periodo rinascimentale ha conosciuto un fiorente sviluppo documentato dalla presenza nell’area di almeno ventinove ollai, tanto che in alcuni scritti storici del ‘500 veniva affermato che “l’essercitio principale di quegli huomeni è di fare le pignatte”.
A poco a poco, la produzione delle terrecotte perse consistenza, a seguito anche della nascita di industrie che producevano in serie e
con materiali diversi le suppellettili utilizzate nella vita quotidiana. A partire dalla seconda metà del XVIII sec. l’attività si orientò verso la fabbricazione di elementi per l’edilizia con la nascita di aziende industriali legate alla produzione dei laterizi, il cui sviluppo porterà all’affermazione nel ‘900 delle Fornaci Briziarelli che rappresentano il principale gruppo umbro operante nel settore. Oggi Marsciano è sede dell’Associazione Italiana Città del Laterizio, una rete nazionale che unisce tutte le città (circa una ventina), dove si è sviluppata negli anni una significativa attività nel campo della produzione dei laterizi a livello industriale, artigianale o artistico.

TRATTO DA ABITARE IL TERRITORIO volume 1

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Non solo Laterizio e Terrecotte, ma anche tanti fischietti!

 

Il ruolo di Marsciano quale principale centro umbro di produzione del laterizio ha determinato la creazione del Museo Dinamico del Laterizio e delle Terrecotte “Enzo Briziarelli” inaugurato nel 2004, che documenta la produzione secolare di laterizi e terrecotte dal XVI al XX secolo e rappresenta un momento molto importante di costruzione dell’identità della città. Il museo, il cui nucleo centrale è costituito da Palazzo Pietromarchi, si snoda attraverso un percorso che prevede la visita di più luoghi e edifici situati nel territorio
comunale: le antenne museali di Compignano e Spina, le antiche fornaci restaurate di Compignano e San Fortunato e l’ex Fabbrica di
piastrelle delle fornaci Briziarelli.
La creazione delle antenne museali rappresenta un percorso dinamico, originale ed innovativo, sui luoghi della civiltà contadina, artigianale e industriale del marscianese, che assicura uno stretto legame con l’intero territorio, con le sue storie e le tradizioni.
All’interno di Palazzo Pietromarchi è possibile ammirare: un corredo tombale etrusco risalente al IV sec. a. C., rinvenuto a Villanova nel 1987, terrecotte etrusco-romane, terrecotte architettoniche, terrecotte invetriate, laterizi realizzati sia in maniera industriale che artigianale ed una serie di grandi orci. Le terrecotte esposte all’interno del museo sono suddivise per aree tematiche e illustrano alcuni aspetti della vita rurale e contadina.
Potrai visitare la Sala del Camino in cui si propone la ricostruzione di un desco rurale ottocentesco con terrecotte da cucina e da tavola; la Galleria degli Orci con orci da olio e da vino di produzione ottocentesca; la Sala delle Pignatte con terrecotte “da fuoco” per la cucina; la sala delle Brocche con terrecotte “da acqua” per uso domestico e, da ultimo, la Bottega del vasaio che riproduce un’antica officina di terrecotte.
La sezione dedicata ai laterizi presenta la produzione e l’uso dei laterizi dall’antichità ai giorni nostri, dal punto di vista delle tecniche, delle abilità professionali e degli strumenti della produzione. L’esposizione si articola nelle seguenti aree tematiche: il materiale e le tecniche in età classica e i laterizi romani; la produzione preindustriale e industriale dei laterizi; le terrecotte architettoniche.
La terracotta è la protagonista anche della mostra di scultura allestita all’interno di palazzo Pietromarchi dell’artista marscianese Antonio
Ranocchia, noto in tutto il mondo per le sue sculture principalmente in terracotta, realizzate con i polpastrelli delle mani. In una sala attigua è ospitata una mostra di fischietti in terracotta, un’originale collezione privata di fischietti provenienti da tutto il mondo donata al museo da un privato, unica nel suo genere per qualità e quantità. Intorno al mondo dei fischietti l’Amministrazione Comunale ha ideato un “Concorso internazionale biennale del fischietto in terracotta tradizionale e d’arte”.
Il percorso secondo cui è organizzato il museo ci porta ad uscire dal bel palazzo nobiliare trecentesco per andare a visitare le altre realtà diffuse sul territorio. Rimanendo nella città di Marsciano si può visitare “La Ceramica”, l’ex fabbrica di piastrelle delle Fornaci Briziarelli dove a partire dagli anni ‘20 sino agli anni ‘40 è stata realizzata la produzione di terrecotte artistiche ed architettoniche.
Per conoscere più da vicino gli altri luoghi dove venivano realizzate con metodo preindustriale le produzioni di laterizi e di terrecotte puoi recarti a San Fortunato e a Compignano (a circa 12 km. da Marsciano) per visitare le antiche fornaci, ben ristrutturate, risalenti al ‘700 ed utilizzate sino agli anni ‘50 del secolo scorso da fornaciai della zona. Le rievocazioni delle produzioni sono rese possibili dalla
presenza ancora sul posto di alcuni anziani fornaciai che conservano vive nella loro memoria le tecniche e i metodi di produzione artigianale.
Entrambe le fornaci, distanti una dall’altra circa 4-5 km, sono liberamente accessibili e gratuite. Presso l’antenna museale di Compignano è disponibile, inoltre, un laboratorio dove, su prenotazione, potrai cimentarti anche tu nella manipolazione
delle terrecotte utilizzando le varie tecniche di lavorazione.
L’antenna museale “Rossana Ciliani” (a 13 km. da Marsciano), ubicata all’interno dell’antico castello di Spina, costituisce un’altra tappa del percorso museale dove potrai visitare un interessante centro di documentazione di antichi mestieri relativi alla produzione del vino, alla lavorazione tradizionale del ferro, all’attività delle antiche fornaci e ad altre produzioni che caratterizzavano la vita contadina e l’economia del posto (per informazionitel. 075-8741152).

TRATTO DA ABITARE IL TERRITORIO volume 1

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Un intero museo dedicato alla ceramica

Per gli appassionati della ceramica, una tappa obbligata è certamente il Museo Regionale della Ceramica. Il percorso museale è costituito da 14 sale espositive con oltre 7.000 opere, distribuito su tre piani, al quale va aggiunto l’immenso spazio destinato ai depositi che conservano oltre 5.000 maioliche e collezioni di ceramica contemporanea, accessibili al pubblico e debitamente attrezzate per attività di studio.
Al piano terreno si accede a sale “open” dove sono sistemate mostre temporanee che consentono al visitatore di cogliere, a colpo d’occhio, un saggio della sistemazione del Museo e di decidere se proseguire la visita a pagamento. Dalla stessa area si accede alla biblioteca specialistica in storia della ceramica, già ricca di oltre 1.400 volumi. Il percorso si apre con una sala dedicata alla tecnica della ceramica e continua a pian terreno con una sezione dedicata alla ceramica arcaica ed alla storia della ceramica di Deruta. La sezione archeologica, che  riunisce oggetti di provenienza varia e spesso ignota, offre un significativo panorama dei
principali tipi di vasellame prodotti in Grecia e in Italia in epoca antica. Notevoli sono alcuni vasi di fabbricazione etrusca; fra le produzioni romane si segnala la “sigillata italica”, il tipico vasellame da mensa della prima età imperiale. La produzione locale medioevale è testimoniata da brocche e catini del XIV sec. Di maggiore ricchezza decorativa sono le ceramiche databili fra
il XV ed il XVII sec. Sono esposti elementi non realizzati per uso comune, come piatti da pompa recanti stemmi nobiliari o ritratti di belle donne rinascimentali, decorati con la tecnica
del lustro, coppe amatorie, gamelii, ballate, impagliate, oggetti per la tavola, alzate,
saliere, boccali e brocche. Durante il percorso vengono proposte alcune aree tematiche,
come la sezione dei pavimenti, delle targhe votive, nonché la ricostruzione di un’antica farmacia. Particolare attenzione al secondo piano è dedicata al collezionismo, con la parte finale del percorso destinata alla “Collezione Magnini”.

Orario di apertura al pubblico:

luglio-settembre: tutti i giorni
10,00-13,00 e 15,30-18,30

aprile-giugno: tutti i giorni
10,30-13,00 e 15,00-18,00

ottobre–marzo: chiuso il martedì
10,30-13,00 e 14,30-17,00

Largo S. Francesco 1,
tel. 075-9711000

TRATTO DA ABITARE IL TERRITORIO volume 1

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Un valente cavaliere

 

Vestire i panni di un valente cavaliere medievale, indossare con fierezza elmo, gambali e corazza, impugnare spade affilate e maneggiare balestre poderose…
… immaginarsi di essere il prode Richard Shelton del noto romanzo La Freccia Nera oppure immedesimarsi nel più vicino San Francesco, che agli inizi della sua conversione abbandonò il progetto di diventare cavaliere per impegnarsi nella pacifica strada di Dio… questo e altro possiamo sognare a Gubbio, tra scudi e cotte in maglia, ammirando i lavori artigianali dei riproduttori di armi ed armature medievali. Tali oggetti vengono realizzati con cura e passione per i dettagli storici, dedicando attenzione alla qualità dei materiali e delle rifiniture, come testimoniano, per esempio, i minuti fregi delle impugnature delle spade.

Per gli amanti del Medioevo, quindi, è caldamente consigliato visitare Gubbio, in cui tra i vicoli è possibile fantasticare di incontrare un vero cavaliere, soprattutto nell’ultima settimana di maggio, in occasione del Palio della Balestra, in cui i balestrieri locali, che indossano rigorosamente il costume antico, si scontrano con quelli di San Sepolcro. La manifestazione è arricchita dallo spettacolo degli sbandieratori eugubini e dalla sfilata di un corteo storico per le vie della città.

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La luce del vetro!

Complementare in qualche modo al lavoro del fabbro, è quello del vetraio. Sebbene in Umbria la lavorazione del vetro artistico sia una nicchia, ha lasciato comunque un’impronta di valore nelle splendide vetrate artistiche di tante chiese, in primis del Duomo di Orvieto. La città, però, che vanta la tradizione più antica è Piegaro, nel comprensorio del Trasimeno, in cui si può visitare l’interessante Museo del Vetro, che ci permette di conoscerne il ciclo produttivo, dalla mescola al prodotto finito. All’interno del Museo, si possono ammirare anche opere nobili risalenti al XIX secolo come oggetti d’uso comune della civiltà contadine, quali gli autoctoni damigiane e fiaschi, che prevedevano l’apporto di altri artigiani per l’impagliatura, realizzata con la locale paglia lacustre. Tra le curiosità legate al museo, il residuo dell’ultima lavorazione dell’Officina che aveva luogo nell’edificio, che appare al visitare come un enorme cumulo verde smeraldo, conservato nei cunicoli dei sotterranei.